Getty Images
Genoamania: con lo Zenit una conferma importante sul Grifo che verrà
Eppure i primi due test che hanno visto impegnato il Genoa tra sabato e ieri qualche prima indicazione importante l'hanno dato. Non certo dal punto di vista del gioco, nè tantomeno del risultato, quanto piuttosto sotto l'aspetto tattico.
MODULO - La costante che ha caratterizzato la sgambata con goleada contro la Val Stubai e la sconfitta di misura con lo Zenit è il modulo scelto da Davide Ballardini: il 4-3-3. Un discostamento totale da quello che nelle ultime stagioni era stato lo schema base adottato dal Grifone con Gasperini prima, Juric poi e lo stesso 'Balla' da novembre a maggio dell'ultimo campionato, tutti improntati sul tridente difensivo.
CONTROCORRENTE - Ora però si cambia. Il tecnico ravennate torna all'antico, rispolverando gli insegnamenti dei suoi vecchi maestri, Arrigo Sacchi e Osvaldo Bagnoli, e ridisegnando il suo primo Genoa guidato da inizio stagione sulla base del credo tattico che spesso l'ha contraddistinto nel corso della sua già lunga carriera in panchina. Ma il passaggio alla difesa a quattro suona anche come una smentita nei confronti di Enrico Preziosi che una decina di giorni fa aveva dichiarato pubblicamente come il Grifone avrebbe giocato anche quest'anno con l'ormai collaudato 3-5-2. Che fosse un diktat presidenziale, un semplice suggerimento oppure una sensazione non è dato sapere, magari sarà lo stesso Joker nelle prossime occasioni a spiegarlo. Quel che è certo è che Ballardini ancora una volta si dimostra un uomo tutto d'un pezzo, incurante di quello che si dice all'esterno dello spogliatoio, indipendentemente da chi sia a parlare e dal tono delle sue parole.
Ballardini va per la sua strada come ha sempre fatto e se i suoi giocatori andranno con lui i risultati, quando questi conteranno davvero, non tarderanno ad arrivare.