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Genoamania: come l'uomo col fucile di Sergio Leone
ANIME PERSE - Forse guardando Fiorentina-Genoa al 55enne di Darmstadt saranno tornati in mente i film di Sergio Leone e in particolare una delle sue frasi più celebri, rivisitata per l'occasione: "quando una squadra con un progetto tattico vero incontra una squadra improvvisata, quella improvvisata è una squadra morta!". D'altronde quando si congeda un allenatore a 48 ore da una gara di campionato, dopo averlo fatto inspiegabilmente rosolare sulla graticola per quasi una settimana, il risultato non può che essere quello scaturito dalla non-sfida del Franchi. La scossa derivata dalla cacciata di Sheva c'è stata ma in segno nettamente opposto alle intenzioni di chi l'ha scaturita.
A...DDIO - Più che la sconfitta di Firenze, pesantissima nei modi e nelle dimensioni ma francamente molto più che pronosticabile, a preoccupare il Grifone deve essere soprattutto ciò che accade in casa altrui. Di riffa o di raffa Spezia e Venezia, pur seguendo strade differenti, continuano in qualche modo ad avvicinarsi alla salvezza, proseguendo nello scavo di un solco sempre più profondo rispetto ai rossoblù. A questi ultimi non resta che un'ultima esile speranza impersonificata dal promesso sposo Labbadia. Il lavoro che attende il tecnico tedesco, considerato in patria un vero e proprio santone delle salvezze impossibili, è probabilmente il più arduo della sua fin qui lunga e onorata esperienza in panchina. Il suo arrivo deve permettere al Genoa di compiere un vero e proprio miracolo sportivo, che non può limitarsi al resuscitare una squadra ormai morta da tempo.
Labbadia è quindi l'ultima disperata mossa per evitare ciò che oggi appare inevitabile. Sempre che nel frattempo Il diretto interessato non abbia cambiato idea. Magari preferendo passare le proprie serate gustandosi qualche Spaghetti-Western d'annata. E dopo ieri sera francamente non verrebbe neppure da fargliene una colpa.