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Genoamania: la pezza è peggio del buco
Il tanto programmato cambio di vento che riguarderà il Genoa nel mese di gennaio quasi certamente non porterà novità soltanto all'organico. Dopo l'ignominiosa sconfitta subita ieri sera dallo Spezia, le ore di Andriy Shevchenko sulla panchina del club più antico d'Italia sembrano davvero contate. Il KO con gli spezzini appare come la classica goccia che fa traboccare un vaso ormai colmo. Il punto di non ritorno di un'avventura nata sotto grandi auspici ma mai minimamente avvicinatasi a quelle che erano le aspettative comuni.
NUMERI DA PAURA - Salvo clamorosi, e francamente anche poco comprensibili, ripensamenti dell'ultima ora giovedì sera in Coppa Italia contro il Milan non ci sarà quindi la coppia di ex rossoneri a guidare il Grifone. Del resto i numeri collezionati dal duo Sheva-Tassotti sono impietosì e non lasciano spazio a interpretazioni. In nove gare di campionato gli ex responsabili tecnici della nazionale ucraina hanno collezionato la miseria di tre punti. E tre sono state anche le reti segnate dai rossoblù in questo arco di tempo. Di gran lunga il peggior bilancio del periodo tra tutte le formazioni d'Italia. E mentre il tempo scorre inesorabile, la zona salvezza si allontana sempre di più.
MANCANZA DI IDEE - Più che le disastrose statistiche, ciò che più gioca a sfavore della gestione Sheva, pure al netto di tutte le attenuanti del caso, è la clamorosa mancanza di una pur minima identità di gioco. In questi due mesi il Genoa non solo non ha migliorato la propria situazione di classifica ma è riuscito addirittura a peggiorare il proprio modo di stare in campo. Impresa difficile da pensare a inizio novembre, quando tutti (compreso il sottoscritto) criticavano giustamente Ballardini. Eppure il Grifone dall'accento dell'est ci è riuscito, rendendo nei fatti impossibile anche solo pensare a qualcosa diverso da un nuovo avvicendamento al suo timone.
RESPONSABILITA' - Addossare tutte le colpe sulle spalle di Shevchenko sarebbe ingiusto oltre che ingeneroso. E' chiaro che le responsabilità di questa situazione non sono tutte dell'allenatore e che un esame di coscienza collettivo sia doveroso. Però il mestiere dell'allenatore comporta anche questo genere di oneri. Se vieni chiamato per risolvere una situazione e anziché farlo produci ancora più danni non resta che pagarne le conseguenze. Quando la pezza si rivela peggiore del buco, o si buttano via tutti i calzoni oppure si prova a rimediare con un'altra pezza. Non sarà la soluzione più bella ma di sicuro è l'unica che potrebbe funzionare.
Sheva non è riuscito a risolvere i guai del Grifone, forse accettando a cuor leggero un'impresa più difficile di quanto immaginasse. Fatto sta che se si vuol cullare ancora qualche misera speranza di salvezza non si può non cambiare nuovamente. Se Ballardini (o chi per lui) sia la scelta giusta nessuno può saperlo. Ciò che è certo è che Shevchenko fu quella sbagliata. Ma con il senno di poi sono bravi tutti. Compreso chi scrive...