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Genoamania: bilancio di un mercato condizionato da quello precedente
Gli addii o i mancati riscatti dei vari Perin, Strootman, Scamacca, Zappacosta e Shomurodov, solo per citare i nomi più illustri, hanno costretto il Grifone a compiere una rivoluzione se è possibile ancor più radicale di quelle a cui ci ha abituato il club più antico d'Italia nell'ultimo decennio.
Mettendo ipoteticamente assieme un undici che comprenda tutti coloro che hanno salutato la Liguria ad inizio estate ne viene fuori una squadra di tutto rispetto. Una formazione completa e competitiva in ogni reparto, difficilmente surrogabile in un mercato condizionato oltretutto dagli effetti evidenti di una pandemia ancora non del tutto lasciata alle spalle.
Per fare un bilancio del nuovo Grifone occorre dunque raffrontarlo con quello di ieri. Facendo ciò si nota come forse soltanto in difesa l'organico risulti potenzialmente rafforzato. Perin è stato sostituito con l'esperto neocampione d'Europa Sirigu, mentre i panchinari Zapata, Onguene e Goldaniga hanno lasciato spazio ai probabili titolari Maksimovic e Vasquez, oltre al giovane Vanheusen. Cambi che, almeno in linea teorica, dovrebbero garantire un po' più di stabilità ad una difesa non esattamente ermetica.
Le cose cambiano però nettamente a centrocampo. In mezzo Hernani e Toure avranno l'arduo compito di non far rimpiangere Strootman e Zajc, mentre sugli esterni sostituire l'ambivalente Zappacosta appare già un'impresa impossibile. Proprio i movimenti sulle corsie laterali sono quelli che lasciano più dubbi. Oltre all'ex Chelsea il reparto è rimasto orfano anche di Pellegrini e Czyborra, forse non due fenomeni ma comunque giocatori dal rendimento costante sostituti con il colpo last-minute Fares, con il ripescato Sabelli e con l'esordiente Cambiaso. Praticamente tre scommesse in cambio di altrettante certezze.
Infine l'attacco, la zona che più ha cambiato il proprio volto. Salutati Scamacca, Pjaca e Shomurodov, il Grifone ha accolto l'esperto Caicedo, l'inespresso Ekuban e i baby Buksa e Bianchi. Tra questi soltanto la pantera ecuadoriana rappresenta un punto esclamativo, a fronte degli interrogativi che viceversa aleggiano sugli altri tre. Probabilmente sarebbe servita più qualità, magari pescando una seconda punta consegnare alle caratteristiche di Caicedo, e meno quantità, considerando anche che non si può sempre sperare nella pur apparentemente eterna classe di Pandev.
In sintesi la sessione estiva del calciomercato ci lascia un Genoa probabilmente meno forte e completo di quello dell'anno passato. Ma il medesimo giudizio vale anche per quasi tutte le altre formazioni del nostro campionato. Raggiungere l'ennesima salvezza, traguardo minimo sindacale di un club che da tempo ha seppellito le ambizioni, non dovrebbe essere un problema. Forse più per demeriti altrui che per pregi propri. Questo almeno a bocce ferme. Poi come sempre saranno i rimbalzi del pallone a emettere verdetti e sentenze.