Genoamania: altro che milione. La vera perdita delle porte chiuse sarà il pubblico
La ripresa del campionato, con i dodici turni residui da giocare a porte rigorosamente sbarrate, comporterà grosse perdite economiche per tutti i club della nostra Serie A. Una cifra che per il Grifone, atteso da ancora sette gare interne, dovrebbe superare di molto la soglia psicologica del milione di euro.
Una perdita consistenza, corrispondente a circa un terzo degli introiti stagionali derivanti dal botteghino, a sua volta una delle voci in entrata più pesanti nel bilancio annuale del club rossoblù. Ma la ripresa senza tifosi creerà anche un altro problema al Genoa. Più del buco economico a far preoccupare maggiormente dovrebbe essere proprio la mancanza di quel pubblico che spesso e volentieri ha rappresentato l'arma in più del collettivo ligure.
Con una salvezza ancora tutta da conquistare e un calendario tutt'altro che agevole la banda di Nicola è attesa da un finale di stagione infuocato. E non soltanto per il clima torrido in cui si giocheranno le partite. Nella fase cruciale della stagione i genoani non potrà contare su una delle loro armi migliori, il fattore campo, per provare ad arricchire un bottino di punti ad oggi troppo scarno. L'urlo della Nord mancherà nelle sfida dirette contro Lecce e Spal, occasioni in cui non ci saranno alternative al segno 1. Ma il silenzio assordante di Marassi si farà inevitabilmente sentire anche in gare all'apparenza proibitive come quelle con Juve, Napoli ed Inter nelle quali in passato il popolo rossoblù ha saputo fare la differenza trascinando i ragazzi alla conquista di punti tanto insperati quando risultati decisivi a fine stagione.
Dal 24 giugno al 2 agosto il Genoa dovrà rassegnarsi a giocare in undici contro undici, rinunciando suo malgrado a quel dodicesimo uomo che sa trasformare in un inferno il tempio di Marassi. Un'assenza ben più grave dei tanti quattrini che verranno a mancare ma che Criscito e compagni dovranno giocoforza riuscire a neutralizzare.