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Genoamania, il doppiopesismo tra il caso Maignan e il calcinaccio dell'Arechi
Malgrado mille difficoltà di formazione, evidenziate dalla presenza in panchina di appena tre giocatori di movimento, primavera esclusi, in un momento non del tutto tranquillo, come testimoniato dalle parole della vigilia di mister Gilardino, e dopo un avvio di partita shock, con la squadra sotto dopo appena 90 secondi di gioco, i rossoblù sono riusciti a garantirsi il sesto successo stagionale. Punti pesanti che consentono al Genoa di navigare tranquillo verso le acque placide del centro classifica.
PIOGGIA DI OGGETTI - Oltre ai fatti prettamente agonistici, ciò che appare doveroso sottolineare sono i frangenti che avrebbero potuto rendere drammatica (e non in senso sportivo) la trasferta dell' Arechi. Quanto accaduto durante l'esultanza di Retegui per il gol dell'1-1 è qualcosa di gravissimo che ha rischiato seriamente di trasformarsi in tragedia. La pioggia di oggetti piovuti dagli spalti dall'impianto campano all'indirizzo del bomber italo-argentino e dei suoi compagni è stata una scena passata quasi inosservata ai più. A cominciare dagli organi di stampa. A essere evidenziato è stato più il gesto di Strootman, che ha raccolto e mangiato uno degli snack piombati nelle sue vicinanze, che tutto il resto. Eppure addosso ai rossoblù non è stato lanciato soltanto, si fa per dire, il solito campionario di barrette energetiche, accendini e bottiglie di plastica. Come testimoniato dall'arbitro Orsato, che l'ha consegnato al quarto uomo, tra le cose raccolte sul rettangolo verde c'è stato anche un calcinaccio evidentemente staccato a forza dai gradoni dello stadio.
DUE PESI - Da giorni, giustamente, si fa un gran parlare della vergogna accaduta ad Udine sabato sera. Ma se l'eco degli insulti razzisti ricevuti da Mike Maignan non accenna a placarsi, della pietra caduta a pochi centimetri dal genoano Deje Spence praticamente non si dice nulla. Insultare qualcuno per la colore della propria pelle è da idioti; rischiare di spaccare la testa a un giocatore con un calcinaccio è da criminali. Entrambi i gesti sono non solo da condannare, ma pure da punire severamente. Tuttavia mentre del primo episodio si continua a discutere, del secondo, malgrado l'evidente gravità, ci si limita a qualche accenno. Un doppiogiochismo inspiegabile che si dovrebbe cercare di evitare in tutti i modi, provvedendo a puntare con decisione il dito anche contro chi allo stadio ha rischiato di trasformare una partita di pallone in un dramma. Se non altro per provare a porre un freno a un'usanza che sta diventando tristemente consuetudine. Proprio come gli ululati razzisti.