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    Genoa, Van't Schip ti suggerisce come si vince il derby

    Genoa, Van't Schip ti suggerisce come si vince il derby

    • Marco Tripodi

    Sono passati quasi 22 anni dall'ultima volta che il Genoa riuscì ad imporsi in rimonta sulla Sampdoria. Tra i protagonisti di quella gara, con la maglia rossoblu, c'era anche Johnny Van't Schip, autore del gol che diede il la alla rincorsa del Grifone: “Appena arrivato – ricorda l'ex centrocampista olandese al Secolo XIX - la gente mi diceva: possiamo perderle tutte ma con la Samp dobbiamo vincere. La Samp era fortissima, con Gullit, Mancini, Eriksson in panchina, ma nell'ultimo derby che ho giocato li abbiamo battuti e ho fatto anche gol. Quel giorno Skuhravy faceva la prima punta e io gli giravo attorno. Segnai l'1-1 su respinta di Zenga, con un tap-in e poi Thomas su rigore ci diede la vittoria”.

     

    Quello fu anche l'ultimo derby giocato da Van't Schip che quasi un quarto di secolo dopo racconta come il Grifone ed i suoi tifosi gli siano rimasti nel cuore: “Sono innamorato del Genoa, la mia ultima squadra, e di Genova, dove è nata mia figlia Estelle. Ci siamo venuti spesso in vacanza e sono stato al Museum. Sento ancora Torrente, che era mio compagno di camera, Ruotolo e ad Euro 2008 fu bello rivedere Bortolazzi”.

     

    Nonostante il tanto tempo trascorso, l'olandese sa ancora a memoria la ricetta per vincere un derby: “Ci vuole cuore e passione, però devi giocare di squadra senza farti fregare da espulsioni e ingenuità. Bisogna farsi trascinare dai tifosi ma restando lucidi nei momenti decisivi”.

     

    Van't Schip ammette poi che non conosce molto bene il Genoa attuale: “In questo periodo non sono riuscito a seguirlo molto. So che è arrivato Mandorlini che da giocatore era uno tosto e che la squadra si sta un po' riprendendo. Nel derby il Genoa sarà in casa e questo potrà fare la differenza”.

     

    Infine un augurio per il futuro: “Sarebbe stupendo allenare un giorno il Grifone. Mi piace il gioco all'olandese, offensivo, da mixare con quello che ho imparato girando il mondo”.

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