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    Genoamania, Sheva via. Konko traghettatore di una squadra alla deriva

    Genoamania, Sheva via. Konko traghettatore di una squadra alla deriva

    • Marco Tripodi
    Andriy Shevchenko non è più l'allenatore del Genoa. Dopo una settimana lunghissima, seguita alla sconfitta interna con lo Spezia, inframezzata dalla bella ma sfortunata prova in Coppa Italia contro il Milan e caratterizzata dall'incertezza più totale, alla fine la dirigenza rossoblù ha preso la sua decisione sollevando l'ucraino dall'incarico affidatogli lo scorso 7 novembre.

    BILANCIO IN ROSSO - La parentesi ligure dell'ex centravanti del Milan si chiude con un bilancio magrissimo: una vittoria, tre pareggi e appena 5 reti segnate in undici partite tra campionato e Coppa Italia. Ma, oltre all'impietosità di numeri pessimi, ad incidere sul suo esonero ha pesato soprattutto l'incapacità di regalare alla sua squadra un minimo di gioco e di identità. Numeri in netta antitesi rispetto alle cifre faraoniche, per una società di questo livello, che avevano convinto Shevchenko a sostituirsi a Davide Ballardini: ingaggio netto da 2,5 milioni all'anno per tre stagioni, possibilità di portare sotto la Lanterna tutto il suo nutrito (e oneroso) staff e la promessa di un mercato di riparazione in grado di far decollare il Grifone. Ma la luna di miele è durata poco più di due mesi, seppellita dalle difficoltà e dagli scarsi progressi.

    DALL'UCRAINO AL FRANCESE - La notizia, nell'aria da giorni, è stata ufficializzata nel primo pomeriggio di oggi, proprio quando tutti ormai ritenevano che a Sheva e al suo staff sarebbe stata concessa un'ultima ulteriore possibilità di redimere se stessi e il Grifone in casa della Fiorentina. Ma sulla panchina del Franchi, lunedì sera, non ci sarà il viso malinconico del biondo ucraino, bensì quello energico e spigoloso dell'ex centrocampista francese ​Abdoulay Konko, promosso con un triplo salto in avanti dall'Under 17 rossoblù (con cui ha conquistato la scorsa estate il titolo di vice campione d'Italia) alla prima squadra. Al suo fianco un'altra vecchia conoscenza dei tifosi del Genoa: Roberto Murgita, uno che a Pegli è di casa da una vita, prima come calciatore poi come tecnico e collaboratore delle giovanili.

    TEMPO SOSPESO - Una designazione a forti tinte rossoblù ma destinata ad avere vita breve. Come ammesso dalla stessa società tra le righe del comunicato stampa con cui si annunciava il passaggio di testimone.
    Cresciuto nelle giovanili della Juventus, pur senza mai debuttare ufficialmente in prima squadra, Konko iniziò la sua carriera nel professionismo con un ottimo biennio al Crotone, alla corte di quel Gian Piero Gasperini di cui sarà spesso profeta. Dopo l'esordio in A con il Siena nel 2006, l'anno successivo venne ceduto dalla Juve proprio al Genoa, nell'ambito dell'operazione che porterà Mimmo Criscito in bianconero e Andrea Masiello in rossoblù. Due che da oggi ritroverà alla sue dipendenze al Grifone. In Liguria il franco-marocchino collezionò 52 presenze e due gol in due stagioni, prima del 2007-08 poi nella seconda parte del 2010-11. Dopo aver vestito le maglie di Siviglia, Lazio (soprattutto) e Atalanta, nel 2017 si è ritirato a soli 33 anni a causa dei molti guai fisici che ne stavano condizionando l'ultima parte di una carriera trascorsa comunque sempre ad alti livelli. La sua avventura in panchina è iniziata quattro anni più tardi, proprio in quella Genova che già lo aveva accolto due volte in precedenza e che ora gli affida il ruolo di traghettatore di una compagine sull'orlo del baratro. 

    Alle sue spalle, intanto, già si intravede la sagoma di Bruno Labbadia, pronto a rilevarne ruolo e mansioni già dai primi giorni della prossima settimana.

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