Retegui si presenta: 'Essere al Genoa è un segno del destino, ma non chiamatemi Chapita' VIDEO
IL PRIMO TIFOSO - A fare gli onori di casa il presidente Alberto Zangrillo, che per l'occasione ha anche annunciato lo sfondamento del muro dei 20.000 abbonamenti venduti a tre settimane dal via del campionato: “Quello di oggi è un sogno quasi irraggiungibile - ha detto Zangrillo - un sogno partito molto tempo fa ed entrato piano piano nella testa di un gruppo importante, meraviglioso e unito con alle spalle una grande proprietà che in questo sogno ha creduto e lo ha realizzato. Oggi il sogno è qui e ci dice che il Genoa è tornato e che la sua proprietà sta portando avanti un progetto iniziato quasi due anni fa. Ecco a voi il bomber della nazionale italiana: Mateo Retegui”.
LA SCELTA - Accompagnato dalla famiglia e dal procuratore Diego Maggiolo, Retegui ha poi preso la parola per rispondere alla lunga sequenza di domande postegli dai giornalisti presenti: "Per me è un onore essere qui in questa grande squadra. Sono molto felice. Sono in un club prestigioso, con un mister importante e con grandi tifosi. Spero di essere protagonista in ogni partita per i prossimi anni. Essere qui è una responsabilità ma anche un sogno e un onore. Voglio difendere la maglia fino alla morte. Un gran passo per la mia carriera e la mia vita".
PAROLA DI MISTER - Decisivi nelle sua scelte di sposare il Grifone le parole di Gilardino e Mancini: "Con lui ho parlato di calcio - ha spiegato Retegui - E' stato un grande giocatore ed è un onore averlo come tecnico. Spero di apprendere molto da lui. Sono convinto che il mio primo passo in Serie A mi aiuterà anche nel cammino con la nazionale la cui maglia per me rimane un sogno. Ringrazio Mancini e tutto il suo staff per la fiducia che hanno in me".
RADICI - Inevitabili un riferimento alla lunga tradizione che lega Genova, e il Genoa, all'Argentina: “So che il Genoa ha una grandissima storia alle spalle e il fatto che il mio bisnonno paterno (Angelo Podestà, ndr) fosse di Sestri Levante lo considero quasi un segno del destino. E poi ho parlato con Milito che mi ha detto belle cose. Anche lui è molto contento della mia scelta".
ALTRE CORTEGGIATRICI - Da mesi Retegui era sul taccuini di molti altri club, italiani e non solo. Ma Mateo spiega così la sua scelta: “Sono qui perché volevo essere qui e sono felice di esserci. Sono qui per la storia del club. Per Flavio, per marco, per il presidente, per il mister. Tutti mi hanno fatto sentire importante e dato grandissima fiducia. Avevo altre soluzioni ma io ho preso questa con il cuore. La parola dell'allenatore e le intenzioni del club mi hanno convinto che questa fosse la scelta giusta".
NIENTE RIPOSO - Retegui si dice poi già in piena forma: “Sono già pronto a giocare. Ho giocato fino a giovedì scorso con il Tigre. Sono in ottima condizione. Non mi riposerò. Non ne ho bisogno. La cosa più importante per me è essere felice in questo club. E quindi che la squadra faccia bene, magari con me protagonista”.
Un'ultima doverosa precisazione, infine riguardo al numero di maglia che indosserà e al soprannome con cui i tifosi dovranno chiamarlo: “Prenderò il 19 ma chiamatemi Mateo non Chapa, che è il soprannome di mio papà, e nemmeno Chapita. Semplicemente Mateo”.
Alle 19 Retegui si è poi spostato nella vicina e centralissima Piazza De Ferrari per incontrare per la prima volta dal vivo i suoi nuovi tifosi. In quasi 5.000 sono accorsi per abbracciare il loro nuovo idolo, sostenendolo con cori, striscioni e urla di incitamento.