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Genoamania: Pellegri non è Donnarumma. Ma rischia la stessa sorte
Questo stanno pensando da mesi tutti i tifosi del Genoa di Pietro Pellegri, ultimo grande prodotto del vivaio di Villa Rostan.
Sul sogno cullato dal popolo rossoblu di fare del 16enne di Pegli il nuovo totem del Grifone, nelle ultime ore si è però abbattuta come una falce sull'erba la bramosia di tutte le più grandi società calcistiche italiane ed europee. Già finito nel mirino del Manchester United due anni fa, nell'ultima settimana attorno a Pellegri si sono scatenate le attenzioni particolari anche dei tre classici grandi club italiani, Inter, Milan e Juventus, che bussano in continuazione alla porta di Enrico Preziosi portando ogni giorno un'offerta sempre più alta rispetto a quella del giorno precedente.
Ma l'interesse nei confronti di quello che il Joker già in tempi non sospetti ribattezzò in uno slancio di enfasi come "il Messi rossoblù", concedendosi un'evidente licenzia poetica vista la differenza fisica e tecnica tra i due giocatori, sta adesso travalicando anche l'arco alpino.
Su Pellegri stanno facendo un pensierino sia in Inghilterra, dove il Manchester City di Pep Guardiola sogna un clamoroso scippo ai cugini dello United, che in Francia, con il Monaco alla ricerca di una nuova stellina d'attacco data la probabile partenza per Madrid dell'astro nascente Kylian Mbappè. Tutti sembrano disposti a far follie per un adolescente che all'attivo ha appena tre quarti di partita in Serie A.
Per il momento Preziosi sembra resistere a tutti gli assalti, anche se la tentazione di realizzare una mega-plusvalenza con un ragazzo coltivato in casa potrebbe presto fargli cambiare idea. Nei desideri del presidente rossoblù lo scenario ideale prevede la conferma di Pellegri per almeno altri due anni, in modo da portarlo alla definitiva esplosione e ricavare molto di più di quanto potrebbe ottenere oggi. Uno scenario che il ragazzo stesso accetterebbe di buon grado, vista la mai celata passione che egli stesso nutre per il Grifone.
Nelle poche interviste fin qui rilasciate, Pellegri ha sempre ribadito il suo sogno di diventare il Totti rossoblù. Eventualità rafforzata a fine maggio dopo aver visto in prima persona cosa significhi essere il re di un intero popolo.
Recenti vicende tuttavia consigliano prudenza quanto si parla di giovani calciatori che giurano amore eterno alla propria squadra del cuore. E' anche vero poi che in due anni le certezze attuali possono essersi nel frattempo tramutate in illusioni, anche dal punto di vista tecnico. E così Preziosi rimane sospeso sull'eterno dubbio che da millenni assilla i filosofi di cosa scegliere tra l'uovo immediatamente disponibile o l'allettante ipotesi che lo stesso possa diventare una gallina ben più redditizia.
L'unica certezza è che Pellegri non è Donnarumma. Soprattutto le famiglie appaiono diverse, con il papà Marco uomo di fiducia dello staff di Ivan Juric e rossoblu convinto fino al midollo. E poi c'è Giuseppe Riso, agente del baby-bomber, che non pare fatto della stessa stoffa di Mino Raiola.
Almeno da questo punto di vista i tifosi rossoblu possono stare tranquilli. Pietro non bacerà maglie e non farà proclami. Al massimo dirà, come già fatto in passato, cosa vorrebbe fare del suo futuro. Ammesso che poi chi sta sopra di lui gli conceda il permesso di riuscirci.
Il vero rischio è quello di fare la fine di Donnarumma: passare suo malgrado da possibile bandiera a traditore della patria.