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Genoa in vendita: 3 scenari possibili. Dal fondo PIF a Cepsa, i possibili acquirenti
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SOGNO AMERICANO - Sono passati 35 mesi da quando, nel novembre 2021, la 777 Partners annunciò l'acquisto dell'intero pacchetto azionario del club più antico d'Italia dalle mani di Enrico Preziosi, chiudendo un'epoca ventennale e controversa. Un passaggio di consegne che portò con sé speranze alte almeno quanto il patrimonio della holding presieduta da Steven Pasko e Josh Wander, già proprietaria di diversi club calcistici e non solo in giro per il mondo. Una costellazione che tuttavia, nel giro di poco tempo, ha visto le stelle che la componevano cadere una dopo l'altra come le perseidi nella notte di San Lorenzo. Sorte che ora starebbe per toccare anche al Grifone, alla luce dei diversi guai giudiziari che il gruppo americano sta incontrando nei suoi vari asset.
CONTI A POSTO - Partendo dal presupposto che, come lo stesso Blazquez ha dichiarato, oggi la situazione finanziaria del Genoa è certamente più solida e sana di quanto non fosse al tramonto dell'era Preziosi, i conti non sono ancora del tutto in ordine. Il costo del personale è stato notevolmente abbattuto, soprattutto riducendo drasticamente un parco giocatori enorme, e un accordo con il fisco ha permesso una vantaggiosa spalmatura dei debiti con l'erario nell'arco di un decennio. Ma non tutti i problemi sono stati risolti. La gestione precedente ha lasciato un mare di debiti, non del tutto chiaramente quantificati, che gli eventuali acquirenti dovranno inevitabilmente tenere in considerazione. Di contro non mancano aspetti che potrebbero ingolosire investimenti e iniezioni di capitale. A cominciare da un progetto di ristrutturazione dello stadio Luigi Ferraris, in comunione con la Sampdoria, il cui iter pur essendo ancora alla fase embroniale rappresenta certamente un'esca allettante per molti finanziatori. E poi c'è un pubblico sempre molto caldo e affezionato, il quinto in assoluto per numero di abbonamenti in Italia, capace di stare vicino alla squadra anche quando le cose non vanno affatto bene.
TRE VIE - Ma quali sono gli scenari che si aprono dinnanzi al futuro del Genoa? Proviamo ad analizzare le diverse opzioni possibili, che sono almeno tre. La prima e più semplice è che la società passi interamente sotto il controllo di un nuovo soggetto, che subentrati in toto alla 777 e alla A-Cap, l'investitore che in questo momento sta garantendo la liquidità al club. Una nuova rivoluzione, insomma, che si spera possa portare maggiore solidità e lungimiranza rispetto al progetto americano. La seconda ipotesi prevede il prelievo di una quota di maggioranza da parte di un partners che lascerebbe una quota residua e minoritaria alla holding della Florida, sostituendo gran parte dell'attuale management con uomini di propria fiducia. Infine la terza via, che poi altro non sarebbe che una soluzione speculare all'ultima proposta. Ossia l'ingresso nel club di uno o più soci di minoranza che permettano un aumento di capitale, non andando però a stravolgere l'assetto dirigenziale in essere. Tre soluzioni alternative, tutte prospettate sempre da Blazquez l'altra sera.
CHI SARA'? - Resta da capire chi potrebbero essere i nuovi proprietari/cofinanziatori del Genoa. I profili anche in questo caso sono almeno tre: dall'immancabile PIF, il fondo sovrano dell'Arabia Saudita che salta fuori ogni volta che un club prova a cambiare gestione, a un'altra non meglio specificata holding americana che avrebbe già contatti e interessi piuttosto stretti con Pasko e soci. La pista più intrigante e suggestiva è tuttavia quella che porta in Spagna, alla Cepsa. La compagnia petrolifera iberica ha un patrimonio netto da 5,5 miliardi di euro è ed attualmente controllata dalla Mubadala Investment Company, società riconducibile al fondo sovrano degli Emirati Arabi (tanto per cambiare!). La sua presenza al Genoa è in realtà già in essere, anche se soltanto come sponsor di manica della maglietta rossoblù. Da mesi, tuttavia, la Cepsa sta mostrando interesse crescente per il calcio, mondo di cui ha già fatto parte in passato essendo sponsor della nazionale spagnola campione d'Europa nel 2008 e del mondo nel 2010.