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    Genoa e Sampdoria, quanti ostacoli sul cammino: dal mercato a Preziosi e Ferrero, cosa c'è da sapere

    Genoa e Sampdoria, quanti ostacoli sul cammino: dal mercato a Preziosi e Ferrero, cosa c'è da sapere

    • Renzo Parodi
    Follow the money”. Segui il denaro. Vale anche nel calcio l’assioma coniato da Giovanni Falcone per la Mafia. La serie A affonda nei debiti – quota 5 miliardi è vicina – e i club, chi più chi meno, annaspano per restare a galla tra i marosi dei “rossi” in bilancio. La parola d’ordine è: tagliare i costi, visto che aumentare le entrare appare difficile e la trattativa per il rinnovo dei ditti tv procede a strappi e fatica a superare la soglia del miliardo di euro.

    A Genova, le “palanche”, i soldi, da sempre sono la bussola delle fortune della città che inaugurò l’era del credito col Banco di san Giorgio e inventò la lettera di credito. Mercanti nel mondo globalizzato dei secoli passati, il XVII fu il secolo dei d’oro dei genovesi, finanziatori dei re europei e delle loro guerre. Molto più modestamente anche il calcio, che nella Superba mosse i primi passi italiani, vive di affari. Le “palanche” insomma danno la linea. Le squadre genovesi sotto questo aspetti vivono momenti alquanti diversi. Quasi opposti.

    Il neopromosso Genoa sta per mettere a segno un colpo da signori: l’ingaggio dell’argentino di passaporto italiano Mateo Retegui, già utilizzato in nazionale (3 presenze, 2 gol) da Mancini, che ne ha caldeggiato l’arrivo in serie A anche per motivi di bottega (azzurra). Retegui ha solo 24 anni, il Genoa è pronto a pagarlo circa 17 milioni, segno che le casse rossoblù sono tutt’altro che vuote, e gli ha proposto un contratto di 4 anni a poco meno di due milioni netti all’anno. In casa rossoblù ci si augura di riuscire a reclutato il nuovo Milito, indimenticabile bomber del Genoa di Gasperini. L’ad André Blasquez nel ritiro di Moena aveva tranquillizzato i tifosi: “Faremo una squadra competitiva che abbia una chance di vincere qualunque partita. Vogli amo essere protagonisti anche in serie A ”. Più prudente Gilardino: “La nostra Champions sarà la salvezza”, servono altri innesti pesanti. Lavori in corso sul mercato, condotto al ds Marco Ottolini. Portato a casa l’esterno sinistro Aaron Martin, catalano, 26 anni, prelevato dalla Bundesliga (Mainz)per 5 milioni circa. I portieri Leali e Sommariva completano il poker di acquisti. Gilardino ha chiesto un centrocampista collaudato (Meité e Touré in pole) e un esterno, Zanoli atteso in prestito dal Napoli. E’ spuntato anche l’underdog D‘Ambrosio, 34 anni, svincolato dall’Inter. L’organico, pletorico (72 i nomi in lista alla fine del 2022) andrà vigorosamente sfoltito: Vodisek, Czyborra, Zwolle, Haps, Portanova, Agostino, Dragus, Salcedo, Boci hanno già salutato (alcuni via in prestito), oltre allo svincolato Struraro. In rampa di lancio ci sono Coda, Yalcin, Yeboah, Pajac, Ilksander, Abdoulaye Touré, e un paio di giovani che andranno a crescere in prestito.

    Il Genoa è riemerso dal lungo tunnel grigio della gestione di Enrico Preziosi entrando nella scuderia calcistica dei 777 Partners, una sorta di super family office con base a Miami, attivo in diversi campi (assicurazioni aeronautica, turismo). Ora i 777 puntano forte e decisi sul pallone. Col Genoa 777 annovera altre cinque realtà. Siviglia (Spagna), Vasco Da Gama (Brasile), Red Star (Francia), Hertha Berlino (Germania) e Melbourne Victory (Australia). Tutte per adesso in perdita nella gestione, circostanza che non ha scoraggiato gli investitori americani alla ricerca di un budget di 200 milioni di euro da investire nel calcio. Secondo Affari e Finanza l’operazione sarebbe condotta con l’assistenza di Tifosy, la piattaforma i crowdfunding fondata dal compianto Gianluca Vialli.

    Nel frattempo dal loro ingresso nel club (autunno 2021) i 777 Partners hanno riversato nella casse del Vecchio Grifone oltre cento milioni di euro: 89,5 milioni dal loro ingresso nel club e altri 16 milioni nell’anno corrente. Particolarmente pesante la perdita di gestione del 2022, quasi 62 milioni di euro nell’ultima stagione, dopo i 47 del 2021. Lo squilibrio dei conti, provocato dalla differenza tra introiti e spese correnti, (in particolare provocato dai costi del personale, peraltro scesi al 103,% dei ricavi dal 138% dell’anno precedente); aggravato dalla contingenza malefica del Covid  ha anche provocato l’aumento della massa debitoria che sfiora i 200 milioni con un incremento anno su anno di circa 25 milioni debiti netti. Buona notizia: anche per il 2023 sarà possibile evitare di mettere a bilancio gli ammortamenti che per il Genoa valgono circa 25 milioni a stagione. Una parte della massa debitoria ha scadenza medio-lunga e riguarda debiti verso le banche (56 mln) e l’Erario (53 mln), in  corso di rinegoziazione. Una consistente parte di questa massa debitoria è stata riversata sulla società-figlia Genoa Image che risulta creditrice di Genoa spa per una somma pari a 98,5 milioni di euro alla voce debiti con le banche.

    Nel corso dell’assemblea per l’approvazione dell’ultimo bilancio l’ad Blasquez ha chiarito che l’obiettivo della società è di tornare ad un equilibrio complessivo dei conti, in altre parole di raggiungere nel giro di 4/5 stagioni l’autosufficienza economica e finanziaria, prescindendo da apporti di capitale da parte degli azionisti. Il contenzioso giudiziario con Enrico Preziosi rappresenta lo sgradevole e imprevisto strascico di un accordo che sembrava sigillato con reciproca soddisfazione. Da quel che è trapelato i 777 contestano a Preziosi di aver nascosto una buona parte dei debiti societari (40/50 milioni?) circostanza che l’ex proprietario ovviamente nega). Una spina che andrà estirpata, in un modo o nell’altro.

    La Sampdoria retrocessa in capo alla peggior stagione sportiva e societaria della sua storia, è scampata alla dissoluzione in articulo mortis. Andrea Radrizzani l’ha salvata con una spericolata e ben calcolata manovra finanziaria che ha messo fuori gioco il vecchio proprietario, Massimo Ferrero, strappandogli la maggioranza delle azioni adesso in capo all’ex proprietario del Leeds, il quale sta per incassare i circa 100 milioni di sterline (110 milioni di euro) per la vendita ai San Francisco 49ers del suo 58% delle quote del club inglese. Denaro che gli permetterà di rinforzare l’agibilità delle casse blucerchiate, tuttora prigioniere – è un dettaglio cruciale speso trascurato – alla disastrosa situazione ereditata dalla gestione Ferrero. I duecento i milioni di debiti saranno alleggeriti e ridotti a una settantina soltanto dopo che il tribunale di Genova, tra settembre e ottobre, omologherà il Piano di ristrutturazione concordato con i creditori (banche, Erario, fornitori ecc) che Radrizzani aveva abilmente convinto a recedere dal battere la strada del fallimento del club. Un miracolo, nelle condizioni date, che ha tenuto a galla la Sampdoria senza per il momento risolvere alla radice i problemi strutturali che affliggono il club. Ora serve fare cassa, anzitutto per alleggerire e portare sotto i 24 milioni il monte ingaggi ereditato dalla serie A e poter operare sul mercato in entrata.

    In realtà dai 30 milioni di gennaio il monte ingaggi è già stato ridotto della metà circa, in estate poi le risoluzioni con Djiuricic e Murillo hanno creato un risparmio di sei milioni. Restano insostenibili i contratti di alcuni calciatori:  Gabbiadini pesa sui conti per 2,2 milioni di euro a stagione fino al 2026, Audero per 2 mln, Murru per 1,5 mln fino al 2024, Verre per un milione così come Conti, Falcone, Alex Ferrari e Bereszynski per 800mila euro a testa, LerisLa Gumina, Vieira, De Luca e Depaoli per 700mila euro ciascuno. Cifre inferiori e decisamente sostenibili anche in B costano Askildsen (300mila euro), i giovani Di Stefano e Benedetti (200mila euro ciascuno), come il terzo portiere Ravaglia. Si aprla sempre di cifre lorde che è quello che intreressa a Manfredim l’uomnop dei conti. I calciator8i grosos modo percepiscopno la metà del compenso lordo. In totale al momento la Sampdoria veleggia attorno al15 milioni di euro lordi, ai quali vanno aggiunti gli ingaggi di Borini, Ricci, Barreca e Girelli, induttivamente circa 3 milioni e saremmo a 18 mln. Pare di capire che la strategia di Radrizzani e Manfredi – che determinerà i mobimenti di mercato, in entrata e uscita - sia quella di attestarsi non troppo oltre i 20-22 milioni, tenendo conto che il tetto ammesso per la B è di 25 mln.

    Il sacrificio di Augello, scambiato con Barreca del Cagliari e due milioni cash, non basterà quindi rimettere la nave blucerchiata in linea di galleggiamento. I titolari degli ingaggi più onerosi sono tutti sul mercato, esibiti al miglior offerente. Falcone vorrebbe restare in serie A, se il Lecce sborsa 5/6 milioni può tornare nel Salento. Audero ha estimatori in Lazio, Fiorentina e Inter. Bereszinski piace in Germania, De Luca alla Reggiana, il Bologna segue Gabbiadini, Leris piace al Monza. Verre è richiesto dal Palermo e tornerebbe volentieri in Sicilia. Difficilissimo piazzare Murru e Conti, anche per colpa degli ingaggi molto elevati.

    La serie B prevede per la Sampdoria i diritti tv ridotti ad una base di 6/7 milioni (dai 46 della A) non compensati dal paracadute da 25 milioni. Vanno visti in questa ottica l’addio a Quagliarella e gli acquisti di Borini e Ricci svicolati dal Karagumruk, pupilli di Pirlo che li aveva espressamente richiesti, nonché del giovane Stefano Girelli (centrocampista, 22 anni, svincolato). Legrottaglie e Andrea Mancini lavorano per portare a Genova il difensore centrale Rayyan Banyha, turco di passaporto italiano, 24 anni, anch’egli al Karagumrulk con Pirlo. L’offerta di 3,5 della Sampdoria è stata respinta ma si lavora pe trovare l’accordo con club e calciatore. Difficile arrivare a Gian Marco Ferrari trentenne centrale del Sassuolo, già blucerchiato nella stagione 2014/15 che però guadagna fuori dai parametri fissati da Radrizzani e piace anche al Genoa. Servono due difensori centrali e un altro centrocampista, nel mirino ci sono Majer della Reggina e Maistro della Spal. Bonucci? Una suggestione, guadagna 3,5 mln che la Juve pagherà seppure lo ha messo fuori rosa. Pirlo lo ha chiamato, Bonucci non ha detto di no, ma sta vagliando altre opportunità in serie A. Chissà…

    Dal folto mazzo dei giovani potrebbero restare in blucerchiato Delle Monache, Giordano, Paoletti, Benedetti, Stoppa che hanno bene impressionato Pirlo, sensibile alla new waves. Prestiti o cessioni per Askildsen, Yepes, Di Stefano, Leonardi, Montevago, Malagrida, Vitale, Aquino e Lotjonen.

    Ci si aspetta che dal lavacro estivo salti fuori una Sampdoria rinnovata nel corpo e nello spirito, finalmente libera  – anche questo è un dettaglio da considerare – dalle scorie velenose della passata stagione. Pirlo ha chiesto gente giovane e motivata, con fame e voglia di emergere. Gente da battaglia, da serie B.

    Ha destato sconcerto fra i tifosi la decisione della proprietà di rinunciare alla squadra femminile, protagonista di una soffertissima salvezza. Niente più serie A per le ragazze che vanno in regime di svincolo. Una decisione dolorosa, che Radrizzani ha preso per le ristrettezze di cassa e la necessità di focalizzare le (scarse) risorse sulla prima squadra maschile. Eppure la partecipazione sarebbe stata assicurata investendo poco più di un milione di euro. Il che segnala la ingestibilità attuale dei conti blucerchiati. La nuova regolamentazione delle Women con l’obbligo di mettere a norma il campo di gioco ha dato il colpo di grazia. La Samp Women avrebbe dovuto giocare non più a Bogliasco ma addirittura a Vercelli… Certo non è un bel segnale (tuttavia l’Academy continuerà a lavorare e ci saranno iniziative nelle scuole) e il danno di immagine è chiaro. Ma guai a dimenticare dove stava la Sampdoria appena un paio di mesi fa. Ottenuta l'omologa (attenzione, Radrizzani si è impegnato a restare anche in caso negativo ed è un bel paracadute…), la Sampdoria aprirà a nuovi investitori. In pole c’è il Qatar Sports Investiment (branca sportiva del fondo sovrano del Qatar), presieduto da Nasser Al-Khelaifi, presidente dell’Eca e del Psg, nonché amico personale di Radrizzani. Entrando col 30% delle quote QSI alzerebbe notevolmente l’asticella delle ambizioni del club che a gennaio potrebbe correggere sensibilmente in meglio l’organico estivo.

    La strada della Sampdoria è invece tuttora lastricata di ostacoli. Martedì il giudice del tribunale civile di Genova, Marco Gimelli, esaminerà il ricorso d’urgenza presentato dall’ex patron Ferrero che lamenta di essere stato danneggiato dalle modalità colle quali il 30 maggio scorso era stato dato il via libera all’aumento di capitale (6 milioni di euro che hanno consegnato il club a Radrizzani-Manfredi) e chiede che venga inibito l’aumento di capitale, già deciso da Radrizzani, di 10 milioni di euro (la seconda tranche del bond di 30 mln convertibile in azioni della società). L’eventuale accoglimento della sospensiva precipiterebbe di nuovo la Sampdoria nel dramma. Radrizzani e Manfredi ostentano sicurezza e serenità. Tutto, fanno filtrare, è stato fatto secondo le regole. Lo stesso Ferrero ammette non avere nulla di scritto in mano che smentisca questa ricostruzione. Eppure il Viperetta non demorde. Dai microfoni di Radio Cusano Camp, nella rubrica concessa dal proprietario dell’emittente, Stefano Bandecchi, ex presidente della Ternana, oggi sindaco di Terni, strepita e minaccia. “Se vincerà la giustizia la Sampdoria avrà un presidente odiato ma l’odio è amore” Deliri di un disperato messo alla porta da Perugia e da Terni, dove sperava di sbarcare come dirigente/consulente, che hanno fatto infuriare la tifoseria sampdoriana. Si annuncia un folto presidio di Ultras al grido di: “Fermiamo Ferrero!”, di fronte al tribunale genovese, in piazza Portoria, proprio sotto la statua di Balilla, il giovinetto che innescò la rivolta antiaustriaca della città del 1746. Al grido di ”che l’inse!”, “Cominciamo!” e scagliò la prima pietra. Aveva ragione Marx. La storia si ripete e il dramma torna in forma di farsa.

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