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Genoa, De Canio: 'La squadra deve tornare a giocare come sa'
Neanche un tecnico esperto come lui riesce a capacitarsi dell'involuzione subita dai rossoblu: "A Genova conosco bene l'ambiente, la proprietà, tanti calciatori, vedo ancora una rosa di valore, ma comunque non riesco a spiegarmelo. Quello che è chiaro che non è questione fisica o di tecnica o tattica, ma psicologica".
Sui due esoneri quello di Juric prima e di Mandorlini poi, De Canio vede un segnale di confusione da parte della società: "Quando si cambia in corsa in generale tanto dipende dalla competenza della società nella capacità di analisi e di scelta. Di solito a campionato in corso un allenatore si sceglie sulla base delle caratteristiche dei giocatori, del suo tipo di gioco, della sua esperienza. Ma in certe situazioni va fatta un'analisi attenta anche del profilo caratteriale del nuovo tecnico, che non sempre è il più adatto in certe situazioni. È un aspetto che a volte si sottovaluta".
Da persona sincera qual è, il tecnico lucano ammette che lui, a differenza di Juric, non avrebbe accettato il richiamo di Preziosi: "Io quando ho realizzato di non avere più feeling con la squadra mi sono dimesso, e quando sono stato richiamato non ho accettato. Lui credo abbia i ragazzi ancora dalla sua. E in questa stagione si è fatto spalle forti, da bravo allenatore quale sarà".
Anche la situazione societaria del Grifone non è certo delle migliori, con il presidente in procinto di cambiare aria: "Il Preziosi che ho conosciuto io, quello indistruttibile e grande appassionato, il calcio non lo abbandonerebbe mai. Non ne ho compreso né condiviso tante sue decisioni, ma continua a essere un riferimento, ha costruito sempre qualcosa di importante. Non riesco a pensare a un Genoa senza Preziosi, e non credo lascerà il Genoa solo perché lo contestano i tifosi".
Tra gli avversari di domani per il Genoa il pericolo numero uno sarà il bomber Ciro Immobile, che debuttò in Serie A, con non troppa fortuna, proprio nel Grifone di De Canio: "Puntai subito su di lui, mi è sempre piaciuto e ha fatto la strada che mi immaginavo, nonostante tutti i gol che sbagliò in quelle prime giornate. A Genova soffrì la partenza di una squadra scalognata, con tanti infortunati come Antonelli, Bovo, Borriello, e un po' di confusione generale. Un'altra annata da tenere a mente per non ricadere negli stessi errori".