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    Genoa, 26 anni l'omicidio di 'Spagna'. Il papà: 'La vita non si baratta'

    Genoa, 26 anni l'omicidio di 'Spagna'. Il papà: 'La vita non si baratta'

    • Marco Tripodi
    Il 29 gennaio 1995 veniva scritta una delle pagine più nere nella storia del calcio italiano. Una pagina destinata ad arricchire un capitolo già fin troppo lungo.

    Sono passati 26 anni dal barbaro omicidio di Vincenzo Spagnolo, giovane tifoso del Genoa accoltellato a morte da Simone Barbaglia a pochi passi dallo stadio Luigi Ferraris prima del fischio d'inizio della sfida con il Milan. Da allora i suoi vecchi compagni di Gradinata e lo stesso club rossoblù non hanno mai perso occasione per ricordarlo. E non hanno voluto perdere l'occasione neppure oggi, malgrado le restrizioni imposte dal Covid.

    Tra mille mascherine che solo in parte riuscivano a nascondere la commozione dei presenti la più emozionata non poteva che essere quella di papà Cosimo: “Grazie per essere venuti anche in questo anniversario - ha dichiarato il signor Spagnolo - ragazzi, ricordate che la vita non si baratta…”.

    Poche parole. Chiare. Incisive. A cui fa presto eco il coro dei ragazzi assiepati a poco distanza dal ceppo che ricorda l'ennesima vittima assurda di una guerra senza senso. Dei cui caduti, per fortuna, non si è ancora spenta la memoria. 

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