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Genitori, diffidate dei procuratori che vi chiedono soldi per far fare un provino a vostro figlio
seguo con interesse la sua rubrica su calciomercato.com che sembrerebbe destare l'interesse e la curiosità soprattutto di noi genitori con figli calciatori. Io di figli che giocano al pallone ne ho addirittura tre e di esperienza sul campo me ne sono fatta abbastanza. Non voglio parlarle della mia situazione in particolare, ma desidero fare un appello a voi addetti ai lavori: non fateci portare i nostri figli in giro per provini inutilmente, visto che ogni viaggio da una parte all'altra d'Italia comporta costi e perdite di tempo. Perché dico questo? Perchè ho notato che i provini non portano quasi mai a nulla, e servono solo ad illudere i ragazzi e le loro famiglie. Mi può spiegare questo strano fenomeno? Grazie per la sua attenzione. Roberto V.".
Gentile Roberto,
mi dispiace deluderla, ma i provini servono. Quando dice "voi addetti ai lavori" presumo si riferisca proprio alla categoria dei procuratori. Ed ecco il punto. Il provino va organizzato bene, affinché i sacrifici fatti non svaniscano nel nulla. Per prima cosa, il procuratore deve conoscere bene le caratteristiche tecniche del ragazzo che andrà a proporre, la sua eventuale situazione "contrattuale" con la società di calcio di appartenenza, la fattibilità di un nuovo tesseramento in altra società (consiglio la lettura dell'art. 40 delle Norme Organizzative Interne della FIGC) e, soprattutto, dovrà aver ben presente in quale società il calciatore potrà essere presentato. Facciamo un esempio molto semplice. Il ragazzo sta per compiere 14 anni, si è svincolato da una società dilettantistica (perchè il vincolo era annuale) e i genitori chiedono a un procuratore di sondare il terreno tra le società professionistiche affinché il ragazzo possa essere "sistemato" in un settore giovanile di Lega Pro, serie B o serie A. A questo punto il procuratore dovrebbe essere a conoscenza di una regola d'oro: mai proporre un calciatore che nella nuova società non andrà a fare la differenza! Qualcuno potrebbe dubitare di questa regola perché è impossibile che un ragazzo proveniente da un settore giovanile dilettantistico possa essere un prospetto più interessante di quelli già in rosa nella società professionistica. Forse è vero. Ma, quando si parla di "fare la differenza" occorre considerare anche i margini di crescita del ragazzo stesso.
In altre parole, incombe sul procuratore la valutazione tecnica del calciatore e la scelta della società più adatta alla carriera giovanile dello stesso. Più minuzioso sarà il lavoro svolto dell'agente, meno saranno i sacrifici da affrontare in termini di spese di tempo e denaro.
Diverso è il discorso da fare quando il calciatore viene richiesto direttamente in prova da una società già interessata ad acquisire le prestazioni sportive dello stesso. I provini, in questi fortunati casi, sono finalizzati solo a confermare la valutazione positiva già espressa dagli osservatori della società che nel corso della stagione sportiva avevano visionato il calciatore in diverse occasioni. Trattasi, quindi, di valutare gli ultimi piccoli dettagli, quali, ad esempio, le caratteristiche comportamentali del giovane calciatore nei confronti dei compagni e degli allenatori oppure le sue caratteristiche fisico-atletiche.
Per concludere, diffidi sempre di quei procuratori che le chiedono denaro in cambio della loro disponibilità a portare in prova i suoi figli!
Buona fortuna!
Jean-Christophe Cataliotti – www.footballworkshop.it
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