Generazione Baggio, top 11 dei 50enni: da Hubner a Zamorano, allena Allegri
Qualità che volendo si potrebbero associare all’estro – sregolatezza inclusa – di Paul Gascoigne, nato il 27 maggio 1967. Uno capace di saltare in dribbling l’intera difesa del Pescara – in un Pescara-Lazio del ‘92/93 – e fare gol, rivelando a distanza di anni: «Quel giorno scesi in campo ubriaco».
Meno talentuoso di Baggio, ma pallone d’oro come lui, è l’ex difensore tedesco Matthias Sammer, insignito del premio nel 1996 tra le molte polemiche e prendendo tre voti più del “fenomeno” Ronaldo versione Barcellona. Sammer aveva appena vinto l’Europeo e a fine stagione alzò al cielo da capitano la Champions League con il Borussia Dortmund. A settembre anche lui spegnerà 50 candeline.
Mezzo secolo nel 2017 anche per due ex compagni di Baggio ai tempi del primo anno al Brescia: Dario Hubner (che quell’anno fece 17 gol) e Kubilay Turkyilmaz. Così come per altri due compagni d’avventura ai mondiali in America nel 1994: Apolloni e Minotti, a loro volta compagni nel Parma prima da giocatori e poi rispettivamente da allenatore e direttore tecnico fino allo scorso novembre. Tra i convocati di Sacchi anche il classe ’67 Nicola Berti, presente anche tra i 22 selezionati dal ct Vicini per il mondiale di Italia ’90, dove tra i difensori era stato arruolato anche l’allora 23enne Ciro Ferrara.
Mondiale in cui l’Italia uscì ai rigori in semifinale contro l’Argentina, dopo l’1-1 maturato al termine dei 90’ di tempi regolamentari e dei 30’ di supplementari. Al gol di Schillaci replicò Claudio Caniggia, nato anche lui nel 1967. Un mese più grande di Roberto è l’ex compagno d’attacco all’Inter dal 1998 al 2000 Ivan Zamorano. In nerazzurro nella stagione 1998/99 c’era anche Aron Winter, olandese del Suriname con un passato alla Lazio. Compirà 50 anni il primo marzo.
È attaccante anche Kazu Miura, meteora giapponese del Genoa che però ancora non vuole saperne di ritirarsi e, a due settimane dai 50 anni, veste la maglia dello Yokohama Fc (serie B giapponese). Ora serve un portiere e la scelta ricade sul tedesco Bodo Illgner, compagno di Sammer con la Germania a Euro ’96 e vincitore di due Champions League con il Real Madrid.
La formazione è fatta. Così scenderebbe in campo la leva calcistica della classe ’67, un 4-2-1-3 o 4-2-fantasia: Illgner; Ferrara, Minotti, Apolloni, Sammer; Winter, Gascoigne; Baggio; Caniggia, Hubner, Zamorano. Una formazione un po’ spregiudicata, con 5 giocatori molto offensivi con Baggio a ispirare tre punte vere.
Ma il calcio, si sa, è questione di equilibri: serve dunque un tecnico che sappia far correre tutti, indietro e in avanti. Deve essere però un classe 1967 e la scelta ricade facilmente su Massimiliano Allegri. Lo stesso che sta facendo coesistere molto bene Pjanic, Cuadrado, Dybala, Mandzukic e Higuain. Miura resta fuori, fa più comodo allo Yokohama.