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Gattuso: 'Menez non è un leader, crea problemi. Allegri sembra uno molle, ma è il contrario, non si piange addosso"
SUL MILAN - "È un patrimonio del calcio italiano, anzi dell'Unesco, anche se in questo momento è in crisi. Vedo tanti soldi in squadre senza storia, come il Manchester City: se la famiglia Berlusconi vuole vendere, per me il Milan lo vende subito. Lo vorrà lasciare in buone mani, ma a breve mi aspetto novità. Altrimenti servirebbe chiarezza: bisogna dire che per due-tre anni si punterà sui giovani, qui invece vedo che i giovani vengono mandati in prestito, o venduti. Pippo se l'è presa per quella battuta quando ho detto che lo vedevo invecchiato, spero di vederlo e chiarire questo piccolo malinteso. Ma la stima e quello che abbiamo fatto insieme rimane. Ricordo quella volta che si scordò le scarpe, giocò con le mie, e fece gol: non me le ha più ridate".
SU MENEZ - "Menez ha fatto tanti gol, ma a livello di comportamenti e di leadership non ha fatto quello che doveva fare. E a livello di comportamenti spesso ha creato problemi. Quando sbagliavo io, i più esperti mi attaccavano al muro: Ancelotti non era un sergente di ferro, ma c'erano i giocatori a dargli una mano. Mi ricordo quando avevo vent'anni, una delle poche volte che mi feci la barba, non pulii il lavandino: arrivò Costacurta a darmi uno schiaffo in testa: "Non è casa tua, vai a pulire". Il Milan deve comprare campioni, perché senza campioni non si vince, ma deve comprare soprattutto uomini: sono stata la grande forza della squadra, per anni".
SU ANCELOTTI - "La sua forza è quella di farsi voler bene dai giocatori, da tutti: non ne parla male nessuno, neppure quelli che non giocavano mai. Il suo difetto è che forse non sempre è sul pezzo: prepara la partita, ma non sempre interveniva coi giocatori... forse è un po' troppo buono. Se lo mandano via per me gli fanno un favore: al Manchester City gli farebbero ponti d'oro. Vuole vincere un'altra Champions, ma un errore è che fa sempre è non capire quando è il momento di andare via, è troppo buono".
SULLA JUVENTUS E ALLEGRI - "La Juventus non sembra una squadra italiana, per quanto sta andando bene, rispetto a una serie A sempre più in crisi.E contro il Real non deve giocare all'italiana, non deve fare l'errore di Monaco. Allegri sembra uno sprovveduto, uno molle, è tutto il contrario. E ha una dote: non si piange mai addosso. E sa preparare le partite. All'inizio non ci siamo presi, è un toscanaccio, non capivi mai se scherzava o parlava sul serio. Poi invece ci siamo capiti: ho vinto lo scudetto da protagonista, e più come dicevo io che come diceva lui. Per lui le mezz'ali si devono inserire di continuo, e io non ero d'accordo, e gli rispondevo: "Mister, fammi fare quello che so fare...". Sturaro è diverso da me: io ero un incontrista, lui una mezzala. Ha perso un po' di tempo per vari brutti infortuni, ma può fare molto bene. Ma non ci assomigliamo. Forse più Nainggolan, anche se è molto più tecnico. Ma è aggressivo, non molla mai, ha l'occhio da pazzo... Pirlo può giocare fino a 40-45 anni: tutti parlano dei suoi piedi, ma la sua vera velocità è nella testa, lui capisce tre-quattro secondi prima quello che sta per succedere".