
Gasperini via dall'Atalanta a giugno: ora è "da Inter"
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Il merito non è del singolo, ma del gruppo, inteso come tutte le componenti che hanno permesso che tutto ciò accadesse. Impossible is nothing, recitava la pubblicità di un noto brand sportivo, deve essere il motto anche della famiglia Percassi, che in meno di un decennio ha costruito una squadra sana nei conti, ambiziosa, progressista, che si è meritata il rispetto delle grandi d'Italia e d'Europa. Non ha il fascino, il carisma e il glorioso passato di Milan, Inter o Juventus, ma l'Atalanta a oggi è a tutti gli effetti una grande. E ciò lo deve anche all'intuizione del club di puntare, difendere e supportare Gian Piero Gasperini.
PROBABILI FORMAZIONI DI ATALANTA-INTER
Un uomo schietto e a tratti burbero, con il quale non si può sempre andare d'accordo, ma soprattutto un allenatore fenomenale. L'uomo in più, al quale ora in molti si ispirano. Sul fatto che sia o non sia un allenatore epocale si può discutere, ma di certo il suo è un calcio bello e vincente. Aggressività, recupero palla alto, uomo-su-uomo a tutto campo: un mix di efficacia, agonismo e grande spettacolarità. La sua Atalanta sarà così anche questa sera, contro l'Inter favorita numero uno a vincere lo scudetto, che ha vinto gli ultimi 7 scontri diretti (l'Atalanta non vince da 14 partite, dal 2018).
Gasperini ora ha la testa sul finale di stagione. Sullo scudetto, al quale lui stesso vuole credere: "La gente deve sognare, non bisogna mai togliere i sogni ai tifosi - ha detto dopo il reboante successo allo Stadium contro la Juventus - Noi abbiamo detto che è sempre una cosa impossibile: se però ci credi fortemente, le cose possono diventare anche possibili". Solo a giugno penserà al futuro. Saluterà, ringrazierà e abbraccerà l'Atalanta, poi sceglierà il progetto migliore per lui, dal punto di vista sportivo ed economico (a Bergamo guadagna 3 milioni di euro netti all'anno). A lui pensano Juventus, Roma e Napoli, più diversi club europei. Ora è un profilo cercato, desiderato e soprattutto affermato. Non come nel 2011 quando fu scelto dall'Inter. Una scommessa, dopo Benitez e Leonardo, naufragata dopo 73 giorni e cinque partite ufficiali. 14 anni fa Gasp non era da Inter, ora non ci sono dubbi, è da grande squadra.
Commenti
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Capisco la tentazione del grande salto ma al suo posto in caso di scudetto resterei a Bergamo e p...