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    Gasperini grottesco: l'Atalanta è perfetta, ma lui non parla ai tifosi

    Gasperini grottesco: l'Atalanta è perfetta, ma lui non parla ai tifosi

    • Stefano Agresti

    Racconta la leggenda che Michelangelo, dopo avere scolpito il Mosè, l’abbia visto talmente bello, pressoché perfetto, da chiedergli stizzito: perché non parli?, prendendolo nello stesso tempo a martellate sul ginocchio. Risparmiandoci le martellate - ci mancherebbe - anche a noi viene da chiedere a Gasperini, guida e simbolo di un’Atalanta così bella e perfetta da sembrare un’opera d’arte: perché non parli?

    Questa storia del silenzio stampa di Gasperini è diventata, in effetti, non solo incomprensibile ma anche un po’ grottesca. L’Atalanta sta vivendo, sul campo, uno dei momenti migliori della sua storia; fuori dal campo, va allo stesso modo se non addirittura meglio, dopo l’ultima notizia secondo la quale il club nerazzurro ha acquistato all’asta lo stadio di Bergamo. Nuotando in questo mare di felicità, l’allenatore ha pensato bene di inventarsi qualcosa che la turbasse almeno un po’: ha deciso di non parlare perché furibondo con un giornalista dell’Eco, quotidiano della città. E non una volta, spinto dalla rabbia del momento, ma per due, tre e più settimane, tanto che pare non voglia rilasciare interviste fino al termine della stagione.


    Sia chiaro: tutti noi viviamo benissimo anche senza ascoltare Gasperini, e siamo sicuri che pure l’Eco e il cronista in questione si siano fatti una ragione di questa incredibile scelta. Tanto meno vogliamo metterci a filosofeggiare sui diritti e i doveri dei giornalisti, sui loro rapporti con i professionisti del calcio, sull’arroganza di alcuni allenatori e giocatori (che viene fuori soprattutto quando le cose vanno bene, perché se invece vanno male allora magari con i giornalisti si va a cena sperando in un loro buon articolo).

    La questione è un’altra: si rendono conto Gasperini e l’Atalanta, la quale ha appena fatto firmare un bel contratto nuovo al suo allenatore, che questa scelta non penalizza i giornalisti ma i tifosi? Noi - noi giornalisti - siamo un mezzo per raggiungere la gente, per raccontare le idee e le sensazioni di tecnici e giocatori al popolo del calcio, quello che riempie lo stadio (anche quello dell’Atalanta) e porta amore alla squadra e soldi nelle casse del club. Il silenzio non è contro i giornalisti, ma contro i tifosi. Ci perdonerà Michelangelo, ma al nostro Mosè forse sarebbe più giusto chiedere: perché non capisci? 

    @steagresti
     


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