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    Il fallimento della Roma americana

    Il fallimento della Roma americana

    Ora che anche una squadra di B, benché organizzata, ha infierito su Garcia, il quadro è pressoché completo: la Roma americana ha fallito su tutto il fronte. Ecco un percorso breve, e allo stesso tempo clamorosamente ampio, dei disastri generati dalla banda di Boston, ben coadiuvata dalla succursale made in Italy.

    GARCIA - La Roma gioca male, non ha personalità, non diverte, non ha equilibrio. Prima segnava tanto e subiva tantissimo, ora che ha sistemato la difesa (nessun gol incassato nelle ultime tre partite con Bate, Napoli e Spezia) non riesce a buttarla dentro (una misera rete in cinque incontri, e grazie a un errore del portiere avversario). L'allenatore presto salterà, magari già la prossima settimana, ma non è il solo responsabile e certamente non è un incapace come qualcuno adesso vorrebbe far credere, altrimenti come avrebbe fatto due anni fa a costruire una squadra gioiello, sorprendendo tutti? Insomma: cacciatelo pure, però non fatelo passare per stupido. Ci sembrano più gravi, molto più gravi, le colpe dell'uomo che gli ha costruito (male) la squadra: Sabatini, dirigente di fiducia degli americani.

    I TIFOSI - Qui l'impresa della Roma, intesa come società, è stata davvero titanica: è riuscita a svuotare l'Olimpico. Non crediamo che se un essere umano lo avesse fatto apposta, e con il massimo impegno, ci sarebbe potuto riuscire. Invece Pallotta e compagnia ne sono stati capaci, involontariamente. Sì, hanno tolto la Roma alla sua gente follemente innamorata, e viceversa. Cosa vuoi aspettarti, del resto, se insulti i tuoi tifosi, sostieni che la squadra gioca bene anche quando fa ridere, dici che si meriterebbe un pubblico migliore? Non sappiamo se i tifosi dei Boston Celtics vengano maltrattati da Pallotta, ma ne dubitiamo. E le scuse rivolte ieri al popolo giallorosso dopo la partita con lo Spezia sono clamorosamente tardive. Poi è vero che il Prefetto ha dato una bella mano ai dirigenti giallorossi in questa operazione, con i famosi provvedimenti anti-tifosi: Pallotta-Gabrielli, coppia imbattibile (e tra loro nemmeno si sopportano).

    ITURBE - E' lo specchio dei mercati sbagliati di Sabatini, troppo spesso dipinto come un genio o un mago. Strapagato e ora ipersvalutato, l'argentino è un ex campioncino. Ma il buco provocato da questa operazione nelle casse della Roma resta. Perfetto il confronto Iturbe-Dybala e Sabatini-Marotta che Gianluca Minchiotti ha realizzato ieri per calciomercato.com: (LEGGI QUIil dg juventino si è ritirato dall'asta per Iturbe e l'anno dopo ha investito su Dybala, il dg romanista si è svenato per il primo ricoprendo d'oro il Verona. Un caso?

    LO STADIO - Doveva essere il fiore all'occhiello della Roma americana, sta diventando una farsa. I politici ormai lo guardano con sospetto, manca sempre qualcosa per completare l'iter, i lavori non partono mai. Ammettiamo che in Italia è complicatissimo realizzare opere del genere, ma spesso ci imbattiamo in imprenditori che non seguono percorsi impeccabili, tra infrastrutture da costruire e urbanizzazioni selvagge. Fatto sta che lo stadio della Roma è fermo, quasi come Dzeko nella classifica dei marcatori. Quasi: il bosniaco ogni tanto un golletto lo segna.

    IL RECORD - Abbiamo ripercorso gli ultimi quarant'anni di storia della Roma, dal 1976 a oggi, suddividendola in quinquenni. Ebbene, solo nel periodo 1991-1996 il club giallorosso ha vissuto un lustro senza conquistare nemmeno la coppa più modesta. La Roma americana, dunque, può eguagliare questo primato. Per evitarlo gli restano giusto lo scudetto e la Champions, ora che anche la Coppa Italia - certamente il traguardo più agevole da raggiungere - se n'è andata. Pallotta non molla: dopo avere svuotato l'Olimpico, vuole anche questo primato.

    @steagresti

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