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    Roma: Garcia per ora resta, idee Lippi e Mazzarri. Chi è quello giusto? VOTA

    Roma: Garcia per ora resta, idee Lippi e Mazzarri. Chi è quello giusto? VOTA

    Se lo "spettacolo" di Roma-Spezia sia o meno l'ultimo atto dell'era di Rudi Garcia alla guida della Roma lo diranno le prossime ore, quelle in cui Walter Sabatini dovrà inevitabilmente prendere una decisione forte sulle sorti del tecnico francese: l'incredibile eliminazione dalla Coppa Italia è comunque uno spartiacque per la stagione giallorossa. La posizione dell'allenatore transalpino sembrava essere tornata solida dopo i due pareggi a reti bianche contro BATE e Napoli: di per sé, un controsenso, visto che contro i bielorussi De Rossi e compagni hanno rischiato di salutare la Champions League con una prestazione scialba e al San Paolo la Roma è andata con il chiaro obiettivo di portare a casa lo 0-0. Il terzo pari senza gol sposta nuovamente gli equilibri: la figuraccia contro i liguri è un'onta difficilmente tollerabile da una piazza già in fermento. Sabatini è quindi chiamato a una decisione: rinnovare ancora, pubblicamente e con forza, la fiducia nei confronti del tecnico francese, oppure scaricarlo. Per ora sembra che l'idea sia quella di confermarlo, almeno fino a domenica, quando ci sarà l'impegno di campionato in casa contro il Genoa.

    UNA SQUADRA CHE NON GIOCA - Per la "qualità" del gioco offerta dalla Roma da almeno un anno solare, risulta incredibile che il tecnico non sia davvero mai finito in discussione. Non si può analizzare il momento giallorosso pensando che sia, per l'appunto, solo un momento. Quella a disposizione di Garcia non è una rosa che "gioca contro": dei nuovi arrivati, sono ben 5 ad aver guadagnato la fiducia del tecnico, diventando titolari più o meno inamovibili: Szczesny, Rudiger, Digne, Dzeko e Salah. Una rottura netta con l'ultima stagione, che manifestava però gli stessi angoscianti problemi dal punto di vista della costruzione del gioco. Un gioco che sembra essere svanito con i primi mesi del tecnico francese: le dieci vittorie in altrettante partite si sono rivelate un biglietto da visita scintillante ma infedele, la Roma non ha mai saputo ritrovare quel livello di gioco e di solidità. La partenza di un elemento cruciale come Benatia, gli infortuni di Castan e Strootman e gli acciacchi di Maicon hanno "scoperto il bluff". L'arrivo di Iturbe due estati fa voleva cavalcare la tipologia di giocatore preferito da Garcia: un esterno rapidissimo, capace di creare dal nulla. Una sorta di "Gervinho bis". L'esperimento è fallito ed è stato ripetuto con l'acquisto di Salah: l'abbinamento con l'ivoriano si è rivelato per qualche mese devastante, ma al minimo accenno di infortunio il "gioco" della Roma è nuovamente svanito nel nulla.

    LE PROSPETTIVE - Sono ore convulse, quelle che attendono la dirigenza della Roma. La squadra non anrà in ritiro, come si poteva pensare. Da un lato una presidenza soddisfatta per i risultati ottenuti dal tecnico - i due secondi posti consecutivi vogliono dire Champions League, quindi maggiori introiti rispetto al passato, e la qualificazione agli ottavi, per quanto sofferta, è stata vista come una benedizione dalla proprietà americana - e restia all'idea di far cadere il progetto Garcia, dall'altro una necessità inevitabile di fronteggiare una realtà che vede i giallorossi al quinto posto in campionato, fuori dalla Coppa Italia (obiettivo a dir poco alla portata, visto il lato di tabellone che era stato riservato ai capitolini) e con una crisi di gioco dalle radici lontane. Il vero ostacolo sembra essere la tipologia di allenatore su cui puntare per il dopo Garcia. Un traghettatore? Possibile, ma la Roma avrebbe comunque bisogno di un nome di un certo peso e difficilmente calibri importanti si muovono per un contratto di soli sei mesi (sul taccuino del ds c'è scritto il nome di Lippi, ma non convince fino in fondo). Verrebbe dunque da pensare a un tecnico per il presente e per il futuro: impresa altrettanto complessa, considerando che raramente l'allenatore giusto può essere pescato a stagione in corso e che il sogno nemmeno troppo nascosto della società sarebbe Antonio Conte. Libero, al momento, c'è Walter Mazzarri, ma la rosa della Roma difficilmente si adatterebbe al modulo proposto abitualmente dall'allenatore. Anche il ritorno di Spalletti potrebbe essere un'idea, dato che è un uomo che conosce l’ambiente ed ha lasciato un grande ricordo di se stesso, anche se non sembra voglia tornare ad allenare in questo momento, seguito dalle ipotesi Prandelli, Guidolin e a quella di un traghettatore per poi arrivare a Conte a giugno. Un dilemma che dovrà risolvere Walter Sabatini, fin qui quasi mai toccato dalle critiche di una piazza per definizione lunatica ed esigente. "Se affonda Garcia, affondiamo tutti", aveva detto il direttore sportivo della Roma. E allora occhio anche alla posizione dell'uomo che ha creato questa squadra. Indubbiamente talentuosa ma allo stesso modo incapace di fare quel passo che servirebbe per vincere. La Roma è con l'acqua alla gola

    Francesca Schito


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