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    Frosinonemania: "DiFraLand", il laboratorio di idee e sogni a tinte giallazzurre

    Frosinonemania: "DiFraLand", il laboratorio di idee e sogni a tinte giallazzurre

    • Roberto De Luca
    Come accade tutti gli anni, c’è una squadra, anzi una società, che dopo aver lavorato nell’ombra si ritrova protagonista. Di solito, gran parte delle attenzioni sono concentrate su quello che fanno le grandi tradizionali - dal Napoli all’Inter, passando per Roma, Juve, Milan e Lazio - salvo poi subire l’avvento di drastiche mutazioni dovute alla logica dell’inatteso. Quando comincia il campionato, vengono a galla le sorprese. E si scopre che, tra queste big, c’è anche la matricola Frosinone. Una neopromossa che, per mentalità, sta stupendo e conquistando la A grazie alle sue intuizioni, alla sua capacità di rigenerarsi, alle sue cessioni (vedi Boloca al Sassuolo, ndr) che valgono molto e, di conseguenza, ai suoi acquisti mirati. Un laboratorio di idee divenuto realtà grazie ad un club che sa come muoversi e che è capace di individuare in sede di mercato alcuni tra i migliori giovani talenti in circolazione. Li sceglie e poi li valorizza, magari rivitalizzandoli dopo parentesi non fortunate, grazie ad un allenatore che si sta riprendendo la scena nel solco di un calcio propositivo. 

    LUCE CHE BRILLA - Le istantanee che i giallazzurri stanno regalando da inizio stagione sono tante. Selezionarle diventa arduo, per questo affidarsi alle ultime lasciate in eredità dal rettangolo verde si presenta come l’atto più semplice da compiere. L’esultanza di Eusebio Di Francesco al triplice fischio della sfida di domenica col Verona e vinta 2-1 dai suoi, in tal senso, si ritaglia un ruolo indicativo. Il meritato premio all’ennesima brillante gara disputata da un collettivo che ha seminato sempre prestazioni riempite dalla bellezza, dispensando divertimento sia all’interno che all’esterno. Ed i meriti non possono che essere attribuiti, nella loro luminosità, al tecnico abruzzese. I motivi sono molteplici: per la qualità del gioco espresso, per il dinamismo che regala alla propria squadra attraverso la diffusione continua di un profondo spirito di sacrificio individuale e globale. Un lavoro di campo impressionante, ora elogiato da tutta Italia.

    LA CRESCITA - DiFra anche all’ombra del Campanile sta dimostrando con i fatti di essere un insegnante di calcio, abile nel migliorare il materiale che ha a disposizione senza troppi problemi. Al di là dei nomi, al di là delle potenzialità economiche e di discorsi da scrivania. Al cospetto dell’Hellas sono giunte ulteriori certificazioni dai singoli, preziose per nobilitare un operato fin qui esaltante. Monterisi sembra un altro giocatore rispetto a quello della passata stagione, nonostante sia al suo primo anno in A. Comandante della difesa, ha interpretato la gara con la sicurezza di un veterano, accorciando e accettando di scappare quando necessario, oltreché partecipando alla costruzione dal basso con spiccata personalità. Garritano idem, si è confermato l’uomo-ovunque di una squadra che ha successivamente trovato al ritmo di samba e tango una vittoria pesantissima. Le allusioni conducono a Reinier e Soulé, altre stelle “Z” del firmamento giallazzurro. E pure in tali dinamiche lo zampino del buon Eusebio è evidente.

    SAMBA E TANGO - Partendo dal trequartista brasiliano arrivato in prestito dal Real Madrid, bisogna riconoscere il fatto che l’attesa abbia ripagato. DiFra non regala niente a nessuno, presupposto di base per costruire un gruppo armonioso e guidato dalla meritocrazia. Reinier ha dovuto aspettare a lungo per esordire in maglia frusinate, sudando in allenamento e puntando all’acquisizione della migliore forma fisica. Il debutto è poi giunto, con tanto di gol e prova incoraggiante fornita in rifinitura. Le qualità possedute sono notevoli, univocamente ai margini di crescita. Soulé, invece, è ormai una certezza. L’argentino si sta rivelando esondante per rendimento e capacità di incidere, indossando il vestito su misura che il condottiero del Leone gli ha cucito con mirata lavorazione sartoriale. Parte da esterno, ma spesso si reca dentro il campo per creare superiorità numerica e inventare calcio disegnando traiettorie che soltanto i geni vedono. Giocate abbaglianti e decisive: il pubblico dello “Stirpe” è innamorato pazzo di lui, così come di questo Frosinone. Piedi per terra e testa proiettata nel futuro: il laboratorio giallazzurro fa sognare ad occhi aperti.

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