AFP/Getty Images
Frenkie de Jong, il nuovo Rijkaard che ha fatto innamorare Monchi
C'è un "altro" de Jong che si sta facendo largo nell'Ajax e che inizia a far parlare di sè in termini entusiastici non soltanto in Olanda, ma anche in giro per l'Europa. E che ha finito per attirare le attenzioni della Roma e del suo direttore sportivo Monchi, uno che sin dai tempi di Siviglia sembra avere un fiuto particolare nello scovare i giovani talenti. Non è Siem e nemmeno l'ex milanista Nigel, ma Frenkie de Jong, centrocampista classe '97 dei Lancieri, ha tutto per rientrare in questa categoria e i numeri sono decisamente dalla sua parte.
GIOCATORE ATIPICO - Un gol e 9 assist in 24 presenze ufficiali, cifre che destano sensazione soprattutto se la si relaziona all'evoluzione tattica che il ragazzo di Arkel (nei pressi di Rotterdam, ha rifiutato la corte del Feyenoord preferendo il Willem II) ha subito negli ultimi mesi, prima sotto la gestione Keizer e ora con l'attuale tecnico ten Hag. Contrariamente alle abitudini ma perfettamente in linea con i canoni del calcio totale alla olandese, de Jong è passato dal ruolo di centrocampista di costruzione a centrale di difesa con compiti di impostazione. Quello che in gergo verrebbe definito il regista difensivo, quasi un libero vecchia maniera, più preoccupato di dettare i tempi e di impostare l'azione dal basso che occuparsi della marcatura del centravanti avversario. Una situazione resa possibile dal grande senso tattico, oltre che da una visione di gioco fuori dal comune, di un giocatore che ha però chiarito a tutti di non vedersi ancora a lungo in questa posizione, ma di preferire quella di centrocampista a tutto campo.
DA BECKENBAUER A DE ROSSI - In patria, è bastata la sua prima stagione da titolare fisso per scatenare i primi ingombranti paragoni, che almeno per il momento non sembrano aver intaccato psicologicamente un ragazzo ancora in fase di crescita. Dal "nuovo Rijkaard" ricordando il finale di carriera dell'ex campione del Milan con la maglia proprio dell'Ajax, passando al quasi blasfermo "nuovo Beckenbauer" pronunciato da una colonna dell'Arancia Meccanica olandese, che il Kaiser lo affrontò nella finale Mondiale del '74. Accostamenti a parte, in tanti sono pronti a giurare che la sua permanenza in Olanda sia destinata a durare ancora poco (nonostante un contratto in scadenza a giugno 2022), come nella recente tradizione dell'Ajax. Lo hanno seguito alcuni club di Bundesliga, lui ha dichiarato la sua ammirazione per il Barcellona, ma anche la Roma gli ha messo gli occhi addosso e chissà che, nell'ottica della sostituzione di De Rossi e di un Gonalons che nella Capitale non ha mai carburato, sul taccuino del mago Monchi non possa finire anche il nome di Frenkie de Jong.
GIOCATORE ATIPICO - Un gol e 9 assist in 24 presenze ufficiali, cifre che destano sensazione soprattutto se la si relaziona all'evoluzione tattica che il ragazzo di Arkel (nei pressi di Rotterdam, ha rifiutato la corte del Feyenoord preferendo il Willem II) ha subito negli ultimi mesi, prima sotto la gestione Keizer e ora con l'attuale tecnico ten Hag. Contrariamente alle abitudini ma perfettamente in linea con i canoni del calcio totale alla olandese, de Jong è passato dal ruolo di centrocampista di costruzione a centrale di difesa con compiti di impostazione. Quello che in gergo verrebbe definito il regista difensivo, quasi un libero vecchia maniera, più preoccupato di dettare i tempi e di impostare l'azione dal basso che occuparsi della marcatura del centravanti avversario. Una situazione resa possibile dal grande senso tattico, oltre che da una visione di gioco fuori dal comune, di un giocatore che ha però chiarito a tutti di non vedersi ancora a lungo in questa posizione, ma di preferire quella di centrocampista a tutto campo.
DA BECKENBAUER A DE ROSSI - In patria, è bastata la sua prima stagione da titolare fisso per scatenare i primi ingombranti paragoni, che almeno per il momento non sembrano aver intaccato psicologicamente un ragazzo ancora in fase di crescita. Dal "nuovo Rijkaard" ricordando il finale di carriera dell'ex campione del Milan con la maglia proprio dell'Ajax, passando al quasi blasfermo "nuovo Beckenbauer" pronunciato da una colonna dell'Arancia Meccanica olandese, che il Kaiser lo affrontò nella finale Mondiale del '74. Accostamenti a parte, in tanti sono pronti a giurare che la sua permanenza in Olanda sia destinata a durare ancora poco (nonostante un contratto in scadenza a giugno 2022), come nella recente tradizione dell'Ajax. Lo hanno seguito alcuni club di Bundesliga, lui ha dichiarato la sua ammirazione per il Barcellona, ma anche la Roma gli ha messo gli occhi addosso e chissà che, nell'ottica della sostituzione di De Rossi e di un Gonalons che nella Capitale non ha mai carburato, sul taccuino del mago Monchi non possa finire anche il nome di Frenkie de Jong.