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    Francia, il conflitto tra agenti e avvocati per la rappresentanza dei calciatori

    Francia, il conflitto tra agenti e avvocati per la rappresentanza dei calciatori

    • Pippo Russo
      Pippo Russo
    Negli ultimi giorni del 2021 il quotidiano Le Monde ha riproposto un tema che in Francia ha una certa rilevanza per l'economia e la politica del calcio: quello del conflitto fra agenti e avvocati in materia di rappresentanza di calciatori (https://www.lemonde.fr/sport/article/2021/12/28/football-les-agents-de-joueurs-marquent-un-point-contre-les-avocats_6107515_3242.html). Un rapporto che in ogni paese trova un diverso grado di composizione (in Italia è stato raggiunto un buon grado di coesistenza), ma che invece in Francia tocca gradi di conflittualità molto elevati. Al punto da innescare una battaglia giuridica che si sta snodando attraverso i tribunali della repubblica.

    L'ultimo passaggio si è avuto lo scorso 14 ottobre 2021, con un pronunciamento della Corte d'appello di Parigi che ha ristretto agli avvocati i margini di operatività (https://www.ginestie.com/avocats-mandataires-sportifs-champs-activites-reduits-cour-appel-de-paris/). La sentenza boccia l'articolo (il P.6.3.0.3.) inserito a giugno 2020 nel proprio regolamento dall'Ordine degli avvocati del foro di Parigi. Grazie a esso viene dato il definitivo via libera alla figura del “avocat mandataire sportif” (AMS), l'avvocato titolare di un mandato in ambito sportivo, affinché svolga compiti tipici dell'agente di atleti. Che però per svolgere il proprio ruolo deve superare un esame abilitativo e proprio questo aspetto ha indotto gli agenti a prefigurare una condizione di concorrenza sleale da parte degli avvocati. Ma anche dalle burocrazie federali (soprattutto dalle federazioni del calcio e del rugby, oltre che dal comitato olimpico francese) sono state manifestate perplessità. Da qui l'istanza presentata in Corte d'appello, che ha trovato giudizio positivo.

    Dunque per il momento hanno vinto gli agenti, ma è ovvio che il conflitto non si fermi qui. Adesso è atteso un passaggio in cassazione. Che metterà una parola definitiva e costituirà comunque un precedente a cui, in termini comparativi, potranno fare riferimento le altre realtà nazionali.

    @pippoevai

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