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    Dieci anni di Papa Francesco e la lotta per scongiurare la fine del mondo

    Dieci anni di Papa Francesco e la lotta per scongiurare la fine del mondo

    • Marco Bernardini
      Marco Bernardini
    Quella di oggi è una data importante. Dieci anni fa, ratificate le dimissioni di Papa Ratzinger, in Vaticano veniva eletto il nuovo Pontefice. Mario Jorge Bergoglio, argentino e figlio di piemontesi emigrati, parente stretto per linea di mamma Maria Sivori del mitico Omar, già vescovo di Baires. L’annuncio provocò, nel Palazzo del potere spirituale, una certa ansia insieme con un malcelato senso di fastidio. Il fatto che il neo Pontefice avesse a scelto di “indossare” il nome del poverello di Assisi non lasciava dubbi su quelle che erano le sue intenzioni operative e su quelli che sarebbero state le sue direttive.

    L’ala più oscurantista della Chiesa tentò di reagire con l’arma della maldicenza, ma per fortuna la fotografia di Bergoglio che stringeva la mano al dittatore sanguinario Pinochet venne archiviata come una fake e subito scordata. Dieci anni nel corso dei quali Francesco con autorevolezza niente autoritaria, ha rivoltato la Chiesa come un vecchio calzino riportando per mano tutti i suoi “funzionari” nel luogo deputato dalla loro vocazione ovvero in mezzo alla gente e soprattutto nel cuore di quel milieu sociale dove sopravvivono gli ultimi. Una Chiesa finalmente spogliata da ninnoli e orpelli e riconsegnata alla dottrina della francescana povertà senza fare troppo chiasso. Un Palazzo liberato e bonificato da costumi cardinalizi discutibili come il business e malcostumi vergognosi come la pedofilia ai più bassi livelli. Un bagno salutare nel mare delle umane e quotidiane miserie alle quali Francesco ha sempre raccomandato di fare grande attenzione.

    Dei dieci anni di pontificato, gli ultimi quattro sono stati a dir poco drammatici. Prima la pandemia di Covid e poi, immediatamente dopo, l’inizio di quella guerra tra Russia e Ucraina che ha già prodotto trecentomila morti. In mezzo, tutta una serie di sciagure per le quali la tragedia di Cutro rappresenta la punta dell’iceberg. Accadimenti che spingono il Papa, nel corso di ciascuna omelia pronunciata alla piazza, a raccomandarsi con i potenti affinchè ritrovino un minimo di ragione per evitare che l’umanità si trovi a guardare, affacciata sul baratro, la fine del mondo e quella propria.

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