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Fiorentina, torna a parlare Montella: "Per sempre legato a Firenze. Ritengo Vlahovic una mia creature"
"Sono contento di come sta andando questo mio percorso, è stata una sfida rischiosa ma la scelta è stata vincente: ho trovato una squadra con pochi punti ma oggi le aspettative sono diverse rispetto a quando sono partito. I miei ricordi a Firenze? Le prime tre stagioni sono stati straordinare, ricordo ancora che quando arrivai non c'era praticamente squadra, stavo quasi per mollare... ma poi furono fatte delle scelte vincenti, fu creato un centrocampo insolito e soprattutto fu data un'impronta offensiva alla squadra. Peccato non aver vinto nulla, ma ci siamo avvicinati molto. Potrei dire tante cose sul mio ritorno nel 2019, soprattutto su quello che è successo fuori dal campo. La nuova proprietà americana doveva conoscere meglio l'ambiente e in quelle condizioni non era per niente facile programmare: neanche io allo stesso tempo sono stato all’altezza di gestire la situazione, e nonostante quest ancora oggi provo molta simpatia verso l’attuale proprietà. Con Barone mi sento spesso. Mi piacerebbe poter parlare ancora una volta con il presidente, ma per me il rapporto con lui non è cambiato è sempre lo stesso ma per me non è cambiato nulla".
Ha poi continuato parlando anche di Borja Valero, uno dei pilastri del suo primo centrocampo in Fiorentina: "Aveva una grande intelligenza calcistica... anche se in allenamento non mi entusiasmava, speravo che in partita fosse diverso (ride, ndr). Lui però era sempre presente in campo. Il mio arrivo in Turchia? Non è stato facile ma ho giocatori abbastanza esperti. Balotelli riesce a incidere ancora oggi e ha agevolato il mio approccio a questo calcio. Le differenze tra Roma e Firenze? Firenze è una piazza esigente, è abituata da secoli al bello come Roma... tutti lo vorrebbero subito ma non è facile, specie per i giovani: ci vuole gradualità. Il calo di Castrovilli? Ero molto contento delle sue prestazioni, può fare la mezzala di inserimento e sa cucire il gioco. Sono convinto che un giocatore possa avere degli alti e bassi ma poi il talento venga fuori.. L'addio di Vlahovic e l'arrivo di Piatek? Apprezzo molto il gioco di Italiano, dà coraggio alle proprie squadre: lo seguo da quando ha iniziato ad allenare: quando sai giocare a calcio, puoi fare a meno anche di un giocatore. Piatek e Vlahovic sono giocatori molto diversi, con Dusan ho cercato di gestire la sua crescita... spesso Firenze non ti dà il tempo di crescere. Ma ritengo Vlahovic una mia creatura. Piatek è un giocatore diverso, magari per 70' non lo vedi e poi ti fa gol quando meno te lo aspetti. Quandi si vedrà Cabral? Il campionato italiano non è come gli altri, alcuni giocatori si devono abituare, Piatek di sicuro è abituato perché ha già giocato in Italia".
Torreira regista è molto simile al "tuo" Pizarro? Hanno molte caratteristiche simili, ti dico solo che quando è arrivato a Firenze Torreira ho detto "Finalmente è arrivato il regista che chiedevo!" poi però mi sono accorto che non ero io l'allenatore della Fiorentina. Credo che potrà fare veramente bene in viola. Il lavoro degli esterni della Fiorentina? Tutti i giovani avevano qualità: Sottil ha talento, se riesce ad avere continuità potrà arrivare ad alti livelli. Gonzalez mi piace molto, è esplosivo e dà profondità. Le difficoltà di Amrabat? Forse ha delle caratteristiche che non si confanno in un centrocampo a tre ma a Spezia ha parte l'errore sull'1-1 ha fatto bene. La Fiorentina può arrivare in Europa League? Non lo so ma penso che già lottare per l'Europa sia già un traguardo: non mettiamo pressione a questa squadra ma pensiamo in grande. La posizione di classifica dei viola è quella giusta. Il rammarico più grande del primo triennio? Nella finale di Coppa Italia subimmo i primi 20' ma poi dominammo: potevamo pareggiare, peccato".