Fiorentina, quei troppi casi di mancati rinnovi di contratto
Luca Cellini
Cambiano i dirigenti, direttori sportivi e non solo, gli allenatori ed i giocatori, ma pur rimanendo ferma la proprietà, e con essa il presidente esecutivo, la Fiorentina si è caratterizzata negli ultimi anni per essere un club in cui molti giocatori in rampa di lancio o comunque al momento di dover fare il salto di qualità, incontrano con il club gigliato difficoltà a rinnovare il proprio contratto. In principio forse il caso più noto è quello di Riccardo Montolivo che di ritorno dal Mondiale 2010 con la Nazionale italiana ingaggiò una battaglia, non certo da lui dichiarata, soprattutto con l’allora tuttofare della società viola, Pantaleo Corvino, e con l’attuale a.d. e diretta emanazione dell’azionista di maggioranza, Mario Cognigni, per il suo rinnovo di contratto. Intorno a questa vicenda si consumò una vera e propria guerra dialettica nei confronti dell’allora capitano gigliato, con frasi ad effetto (“E’finita la farsa” disse l’oggi presidente esecutivo dell’ex numero 18 della Fiorentina dopo un incontro tenutosi al centro sportivo dopo un colloquio con l’atleta proprio sulla prospettiva di prolungare),e diffusione a mezzo stampa di presunte dichiarazioni dello stesso Montolivo circa le sue ambizioni (“Io sto qui alla Fiorentina mentre Nocerino gioca la Champions League” ndr.). Sta di fatto che il classe ’85 di Caravaggio, oggi leader del centrocampo milanista non solo fu sempre titolare nonostante i tre cambi di allenatore in quell’anno a Firenze ma alla fine risultò decisivo con i due rigori realizzati contro il Novara, che consentirono, insieme alla vittoria successiva sul campo del Lecce, alla squadra viola di salvarsi a due giornate dalla fine. A ruota tre anni più tardi scoppiò in caso Adem Ljajic, inframezzato dal rinnovo di Stevan Jovetic che, grazie ad i buoni uffici con il suo procuratore Fali Ramadani (che però in cambio pretese che a Firenze arrivassero alcuni suoi assistiti, rivelatesi poi assolutamente inutili alla causa, vedi Gulan), prolungò due stagioni prima della sua scadenza naturale del contratto. Tornando al caso del serbo classe ’91 la trattativa per la sua estensione contrattuale ad un anno dalla scadenza si protrasse così tanto, con cessione programmata ad inizio estate 2013 (dopo la rissa con l’allora tecnico Delio Rossi), incontri rinviati durante il ritiro di Moena, battaglia senza esclusioni di colpi con il Milan, reo quest’ultimo di voler tesserare il ragazzo di Novi Sad l’anno successivo, quando sarebbe diventato un parametro zero, e alla fine salvataggio in corner grazie al contatto che Pradè, già allora d.s. viola, con il suo omologo alla Roma Sabatini, per la cessione del giocatore ad una cifra superiore a quella di acquisto effettuata nel gennaio 2010 (8 milioni di euro). Di ieri il caso Neto con il giocatore che, come già aveva fatto Montolivo, dichiara di non voler rinnovare con la Fiorentina per maggiori ambizioni tecniche personali. Questo il passato ma nel club di via Manfredo Fanti a Firenze sono pronti ad esplodere altri casi simili a quelli sopra citati: Pizarro, Richards, Lazzari, Aquilani, Vargas e Pasqual sono in scadenza di contratto nel giugno prossimo, con però ben più spinose le vicende riguardanti Babacar, Bernardeschi e Savic, cui manca solo un anno e mezzo al termine del loro legame con la società guidata dalla famiglia Della Valle ed i cui rinnovi sembrano davvero lontani dall’essere concretizzati.