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    Fiorentina, nella testa di Mario Gomez

    Fiorentina, nella testa di Mario Gomez

    • Luca Cellini
    Senza gol, con tanti pensieri in testa, l’ultimo dei quali un infortunio alla coscia destra che lo terrà fuori per tre settimane. Mario Gomez è un armadio umano di un metro e 90 centimetri ma è un gigante buono, che prova sentimenti e si lascia coinvolgere dalle emozioni e delle inquietudini della sua vita pubblica e privata, che cerca di distrarsi dalla lunga astinenza di gol in partite ufficiali in maglia gigliata che dura dal 16 marzo 2014. 

    ADDIO COPPIA CON ROSSI - Ma cosa è accaduto nella testa di Mario Gomez dall’essere stato il capocannoniere della Fiorentina nelle amichevoli estive, con tanto di timbro a Varsavia contro il Real Madrid all’essere etichettato come bidone per eccellenza delle prime tre giornate del campionato di serie A? Innanzitutto è cambiato il contesto in cui il bomber tedesco gioca. Perché se fra le montagne delle Dolomiti ti addormenti sognando di giocare finalmente una stagione con Pepito Rossi come compagno, e poi ti ritrovi, con tutto il rispetto, ad avere come partner Vargas, Babacar o Bernardeschi, o il Cuadrado più egoista della storia, qualcosa di nuovo c'è. Montella di fatto sta facendo in questo mese di settembre una sorta di nuovo pre campionato, dopo che il nuovo infortunio al numero 22 ha mandato in aria i progetti tecnico-tattici che stava studiando dal 9 luglio scorso.

    RECUPERO DI TESTA - Mario Gomez poi è tedesco di nascita ma ha sangue caliente nelle vene visto che è di padre andaluso e quindi sente il peso di un anno trascorso ai box a guardare i compagni. Quelle ventimila persona nel giorno della sua presentazione, aggiunti ai quasi 20 milioni di euro spesi per il suo cartellino, sono una responsabilità che il classe ’85 di Riedling sente sulle spalle ancora oggi. Da un infortunio così lungo ci vuole un anno intero per tornare al top della forma, ma  Gomez vuole tutto e subito. Quest’ultimo inoltre, anche se non lo ammetterà mai, ha pagato la prestazione definita da alcuni indecente ed intollerabile, con la maglia della Germania, nel test amichevole disputata il 3 settembre. Ecco perché il lavoro a cui lo stava sottoponendo la Fiorentina negli ultimi giorni, prima del nuovo k.o., era prima psicologico e poi tecnico. Non a caso Montella lo aveva eletto vice capitano domenica scorsa, proprio per responsabilizzarlo. Di ieri la diagnosi di tre settimane nuove di stop e tanta voglia, come ha confidato nelle ultimissime ore agli amici più cari, di rivolgersi anche ad un mental coach per uscire da un tunnel senza fine.



     

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