Chi ha la bontà di leggerci si sarà accorto della nostra predilezione per i proverbi. Si definiscono 'la saggezza dei popoli', aforismi che in poche parole sintetizzano concetti, altrimenti difficili da spiegare, da rendere comprensibili. La Fiorentina esce dal San Nicola di Bari con un punticino (ino, ino), al termine di una prova imbarazzante, nel mezzo di una stagione irritante. E allora si apre la caccia al colpevole: da Mihajlovic, ai giocatori, a Della Valle, addirittura al maggiordomo (nei film gialli il colpevole è sempre il maggiordomo...). Vorremmo rispondere come fece un improvvisato Leonardo da Vinci nel film 'Non ci resta che piangere': '33, 33, e 33...', percentualizzando i meriti nell'invenzione del treno a vapore. Ecco, in questo caso non si tratta di merito ma di colpa, e davvero siamo in difficoltà nello squilibrare la famosa ripartizione, tanto da temere che... 'la colpa morì fanciulla', come recitava appunto il famoso proverbio.

Ma andiamo con ordine: colpa di Mihajlovic? Certo, ma non solo. Oppure pensiamo che, tra il primo ed il secondo tempo di Bari, il tecnico serbo abbia detto alla squadra di 'non' giocare i secondi 45'? Va bene giocar male, ma non giocare per niente... Colpa dei giocatori? Certo, e poi, come dice un vecchio adagio del calcio, sono loro che vanno in campo, mica l'allenatore. Ma Donadel regista, Montolivo esterno, Ljajic acerbo trequartista, D'Agostino in panchina, chi ce li mette, chi li manda in campo? E ancora, colpa dei Della Valle? (e insieme, nel mare magnum della società, mettiamoci anche Corvino) Come no! Però i soldi sono stati spesi, magari non benissimo, ma sono stati spesi. I giocatori ci sono, se poi fanno panchina o tribuna la dirigenza c'entra poco. Insomma, non ne usciamo. Ognuno ha il suo perchè ed il suo percome, ognuno può lanciare la sua ciambella di salvataggio, mentre la Fiorentina affonda e la colpa (come previsto) è già morta... fanciulla. E allora, alla fine, scopriremo che il colpevole è davvero il maggiordomo...

(Quotidiano Viola)