Fiorentina:|La caduta degli Dei
Non ci sono più i fenomeni di una volta. La Fiorentina batte l'Udinese per 5-2, disputa forse (anzi...senza forse) la miglior partita della sua stagione, e quando lo fa? Quando manca Adrian Mutu. Affaticamento del tendine femoro-rotuleo recitava il report medico ufficiale, affaticamento da ulteriore notte "brava" recita il "vox populi" che, lo sappiamo, quasi sempre è anche "vox Dei". Ma tant'è, D'Agostino e Cerci stendono i bianconeri e fanno i "fenomeni" per un giorno, con il "fenomeno" vero che se la guarda da casa. Domani a San Siro si replica, e allora (qualcuno potrebbe dire, anzi cantare...) "Non c'è più rispetto" altro che caduta degli Dei... Quì siamo di fronte ad una vera e propria rivoluzione, un delitto di lesa maestà. Ma si sa, squadra che vince non si cambia, squadra che vince e convince tantomeno, squadra che vince, convince e stravince addirittura per 5-2 si conferma in blocco. Con tanti saluti al "fenomeno".
Non è un miraggio... E' Roberto Baggio. La frase andava di moda a fine anni '80 quando il "divin codino" imperversava sui campi di tutta Italia portando in alto il nome di Firenze e della Fiorentina. Poi le cose hanno preso un altro verso (ahinoi, lo sappiamo bene...) e Roby si è allontanato. Juventus, Inter, Milan, Bologna, Brescia, scudetti, coppe e Pallone d'Oro, ma anche una vita defilata, dedita al Buddismo. Un Baggio tutto casa, caccia e famiglia, al di fuori dello star-system. Per questo quando lo vediamo ci sembra un miraggio, come l'altra sera a Palazzo Vecchio quando si è manifestato per l'amico Stefano Borgonovo. Sono passati 21 anni dai "moti" di piazza Savonarola, ormai è acqua passata, ma rivedere insieme Baggio e Antognoni (eh si, c'era anche il "capitano") i due numero 10 più grandi della storia viola, è stata un'emozione unica, irripetibile. Un miraggio appunto... E a proposito di emozioni... Martedì Baggio, il giorno prima Cesare Prandelli. Brividi a pelle, sempre e comunque. Il contesto era la presentazione di un torneo giovanile, anche lì c'era Giancarlo Antognoni (due giorni consecutivi con la "luce", altro che miraggio...) quando un bambino si alza e chiede: "Mister Prandelli, perchè è andato via da Firenze?" Beata innocenza. Cesare lo guarda, arrossisce vistosamente, poi sussurra: "Un giorno io e te ci vediamo, e ti racconto la mia verità". Ecco, magari se un giorno la raccontassero anche a noi...