Fiorentina, Mihajlovic:| L'ennesimo aut-aut
Faccia a faccia atto terzo. O quarto, magari anche quinto. Non si contano più i confronti all'interno della Fiorentina. In casa viola si parla (tanto) e si gioca (poco). Promesse e confessioni, fin dalla scorsa estate, mai mantenute le prime, probabilmente mai sincere le altre. Una discussione franca, leale, anche brusca, può servire, ma la sensazione è che Mihajlovic sia alla costante ricerca di qualcosa che non troverà mai.
La partita di Bari ha squartato definitivamente (forse) il rapporto tra il mister e la squadra. Si è sentito tradito, il serbo, da un gruppo che non è mai riuscito ad interpretare. All'inizio furono le battute, vennero quindi i calci nel di dietro ed i primi, pesanti, malumori. Mai confermati, dai giocatori, ma mai nascosti con convinzione. 'Con l'allenatore c'è un grande rapporto', 'ci sta trasmettendo tutto il suo carattere', 'lo dobbiamo seguire'. Tante chiacchiere, appunto, molti distintivi. Fatti, punti.
Qualche timido bagliore, tipo Palermo, ma come dice il vice-presidente rosanero 'solo noi potevamo far vincere la Fiorentina in trasferta'. Un modo poco elegante per congedare Delio Rossi (occhio che in società piace da pazzi) ma anche e soprattutto per sbiadire (involontariamente) l'unica soddisfazione esterna di questo campionato per Gilardino e compagni. In effetti l'Udinese, tanto per dire, ne ha fatti sette al Barbera. Una vittoria che aveva illuso, quella in Sicilia, che aveva illuso anche e soprattutto Mihajlovic.
Pensava di aver finalmente trovato la chiave. Si è ritrovato, invece, chiuso e abbandonato in una stanza nella quale riflettere su una stagione disastrosa. Zero gioco, zero risultati. Ora, in lui, il timore sta diventando convinzione. Questa squadra non lo segue. Non è sua, dal punto di vista tecnico sì, ma anche a livello di spirito. Questo ha chiesto ieri nell'ennesimo confronto con il gruppo. Un'ora di ritardo sull'orario fissato per l'allenamento per capire dai giocatori cosa si debba fare. 'Io non me ne vado, non mollo, siete con me o no?'. E' la prima volta che Sinisa si pone (ed esprime) il dubbio più preoccupante.
Montolivo e soci, a parole, avrebbero manifestato ancora una volta tutta la loro stima e fiducia nel tecnico. E' volato anche qualche urlo (in pieno stile Mihajlovic), perché la pazienza ormai è agli sgoccioli. Come quella dei tifosi. Che ieri hanno appeso uno striscione davanti al Bar Marisa (firmato Settebello) contro i Della Valle. Eccolo, l'alibi perfetto. Sempre e comunque contro la proprietà le manifestazioni della gente.
Allo stadio qualche fischio, è vero, ma mai un attacco diretto e 'cattivo' contro chi in campo la veste, la maglia viola. Sarà mica per questo che la reazione tanto attesa non è mai arrivata? Sarà mica per questo che lo stesso tecnico serbo, qualche settimana fa, chiedeva un ruggito della piazza? Cercava, forse, una sponda. Qualcosa o qualcuno che riuscisse dove lui ha fallito. Svegliare la squadra, regalarle un sussulto d'orgoglio. Ci ha riprovato ieri, per quella che forse sarà l'ultima volta.
(La Repubblica - Edizione Firenze)