Fiorentina, c'era una volta Gamberini
A guardarli dal vivo e a conoscerli in maniera approfondita, Dario Dainelli e Martin Jorgensen tutto sembravano tranne che due persone autoritarie e capaci di 'gestire' oltre 20 ragazzi più o meno della loro età. Eppure sono state proprio le loro cessioni quelle più importanti e dolorose patite dalla Fiorentina negli ultimi due anni, perché l'attuale centrale difensivo del Genoa e il 36enne danese, nel periodo d'oro del club gigliato, erano capaci non solo di avere un rendimento costante sul terreno di gioco, ma anche di fare da 'controllori' nei confronti dei propri compagni, sia fuori che dentro il campo. Troppo evidenti e imbarazzanti le figuracce rimediate dai giocatori della Fiorentina nei 23 mesi successivi alla partenza del sopracitato duo, basti pensare alla gestione del passagio della fascia di capitano da Riccardo Montolivo ad Alessandro Gamberini. Premesso che quest'ultimo è un signor professionista, mai finito al centro di vicende che ne hanno leso l'immagine, è indubbio che le sue prestazioni abbiano subito un'involuzione.
Vincitore con l'Under 21 della medaglia d'oro agli Europei del 2004, per esordire con la Nazionale maggiore Gamberini impiega altri tre anni, e lo fa in un'amichevole contro il Sudafrica disputata a Siena; tuttavia, un po' per sfortuna -leggasi infortuni a catena - e un po' per un rendimento che ad un certo punto subisce uno stop brusco, non diventa mai una certezza per gli azzurri, pur toccando l'apice con la sostituzione dell'infortunato Fabio Cannavaro negli Europei del 2008. Da uomo capace di fermare attaccanti fenomenali - bellissime le battaglie in Champions contro Torres e Benzema, o le sfide in campionato soprattutto contro Lavezzi -, la gestione tecnica di Sinisa Mihajlovic lo fa cadere in un abisso che è inspiegabile, pur non perdendo mai la maglia da titolare. La fascia da capitano indossata in estate, per volontà diretta dei vertici del club viola, non lo porta ancora ad essere una figura riconosciuta nello spogliatoio come carismatica e di esempio.
Inoltre Gamberini, autore insieme al compagno Montolivo della figuraccia delle risate nel minuto di raccoglimento prima di Chievo-Fiorentina, è sembrato fuggire dalle sue responsabilità proprio dopo la sconfitta sul campo degli scaligeri, in quella sera in cui 'faccia al vento' contro i tifosi si mise solo Mihajlovic. Inoltre, in questo campionato, Gamberini è tutto fuorché la certezza difensiva che era un tempo, tanto che è il suo compagno di reparto, Cesare Natali - che peraltro ha il contratto in scadenza -, il giocatore del pacchetto arretrato che ha reso meglio nelle prime 14 giornate, così come eccellenti sono state anche le prestazioni di Manuel Pasqual. In una stagione che servirà anche per capire, con i fatti, chi veramente crede al progetto viola e chi no, Alessandro Gamberini deve salire di livello in quanto ad autorità dentro lo spogliatoio e in campo; altrimenti rimarrà un incompiuto, come molti giovani calciatori che hanno brillato ma che non sapremo mai se per mediocrità del rendimento altrui o se per una fugace evoluzione tecnica, durata però così poco che ricordarsela è sempre più difficile.