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    Fiorentina, Biraghi: ‘La Roma? Ho detto di no al mercato, qui abbiamo aperto un ciclo. Europa, fino a maggio sono chiacchiere da bar’

    Fiorentina, Biraghi: ‘La Roma? Ho detto di no al mercato, qui abbiamo aperto un ciclo. Europa, fino a maggio sono chiacchiere da bar’

    Il capitano della Fiorentina Cristiano Biraghi ha rilasciato un'intervista a Radio Bruno

    Se è il periodo migliore? “Sì, ma non solo per me, è un periodo positivo per tutta la squadra. Io sono sempre stato me stesso, è il giudizio degli altri che è cambiato. Non mi esalto nei momenti belli, non mi deprimo in quelli meno belli. Certo, fa piacere essere apprezzato ma io continuo a lavorare”.
     
    Rapporto coi tifosi? “So come sono fatto, la via di mezzo non esiste, ci abbiamo messo un po’ di più a conoscerci con la città e l’ambiente, ma adesso le cose vanno bene. Il coro ricevuto contro il Cagliari è stato uno dei momenti più emozionanti da quando sono a Firenze. Battere quel rigore al posto di Vlahovic è stato naturale, mi sono preso le mie responsabilità e se fosse andato male non avrei avuto problemi a sostenere le critiche”.
     
    Dopo il Genoa? “Commisso ha fatto i complimenti a tutti noi, è normale che si sia messo in contatto con il capitano per parlare alla squadra, non era facile reagire alla sconfitta di Torino. Io sono sempre stato a disposizione, è un onore portare la fascia e ne sono molto felice”.
     
    Percorso? “Ci vuole tempo, ogni tanto inciampiamo ma abbiamo la forza di rialzarci. Io faccio sempre l’esempio dell’Atalanta che quando è partita con Gasperini aveva il nostro stesso andamento. Con il tempo, questi scivoloni saranno sempre meno, perché abbiamo intrapreso un percorso di crescita. Gli schiaffi, se così si possono chiamare, fanno bene”.
     
    Sensazioni? “A Moena si capiva che l’aria era cambiata, ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Tutti in testa abbiamo ben chiaro quello che dobbiamo mettere in campo, a volte ci riesce e a volte un po’ meno, ma credo che stiamo facendo un grande lavoro”.
     
    Europa? “Quando si vincono due partite magari si parla di qualificazioni, poi magari perdiamo a Torino e siamo tornati quelli degli scorsi anni. Sono chiacchiere da bar, a fine maggio apriamo il giornale, guardiamo la classifica e vediamo in che posizione stiamo. Dobbiamo pensare al nostro lavoro, se ci distraiamo diventa un problema”.
     
    Punizioni? “Di sicuro dietro c’è l’allenamento, tutto si può migliorare a qualsiasi età. Mihajlovic? Lui è un maestro, mi fa piacere il paragone. Ora sembra che ogni punizione entri, è un momento, speriamo che duri”.
     
    Cagliari? “Giocare fuori casa, a Cagliari soprattutto, non è mai facile, io non ho mai giocato una partita facile in Sardegna. La loro situazione non è semplice, ma a noi non deve interessare. Se poi le cose si metteranno bene, sarà solo merito nostro”.
     
    I nuovi? “Si sono ambientati subito anche Ikoné e Piatek, quello che si è creato è bello, chi arriva trova una bella classifica e un bel contesto in cui giocare”.
     
    La permanenza a Firenze? “La società ha sempre conosciuto le mie idee. Due anni fa ho detto che avrei lasciato solo per l’Inter, la sorte ha voluto che si presentassero proprio loro e io ho accettato. E’ sempre stato tutto molto trasparente, in estate non me ne volevo andare e non ne è nato nemmeno un caso perché era tutto chiaro fin dall’inizio. Abbiamo aperto un ciclo molto positivo, sta a noi tenerlo aperto e alimentarlo”.
     

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