Redazione Calciomercato
Fin qui è una Champions League senza senso
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No, che sia una Champions League anomala è assolutamente impossibile negarlo. E che si stiano verificando scenari totalmente sorprendenti, altrettanto. Il giro di boa è davvero un'autentica sorpresa per tanti, tantissimi risultati. Ma che adesso arrivi il "bello"… beh su quello eravamo stati buoni profeti. Quinta, sesta, settima e ottava giornata: 12 punti in palio e da adesso in poco spazio per sbagliare, per continuare a "fare le prove". Perché se è vero che da un lato la corsa si infiammerà proprio a causa di una classifica totalmente imprevedibile, il rovescio della medaglia di quella Super League - pardon, Champions League - è che l'Inter si permetterà di applicare un turnover totale contro l'Arsenal. Impensabile, con la vecchia formula. Realtà dei fatti nuda e cruda per chi, domenica, affronterà il Napoli a San Siro. Più importante la seconda della prima. Paradossi di tempi e formule che cambiano; ma in fondo poco da imputare a Inzaghi. Il suo ragionamento, per quanto rischioso, ha un suo senso: veder scappare la squadra di Conte adesso sarebbe già troppo pericoloso; in Champions invece, se prime otto o prime ventiquattro... Beh, cambierà "il giusto". Anzi, con una partita in più, magari, sotto sotto, sorridono anche le casse della società, con quei 2-3 milioni di euro in più di un bel sold-out a febbraio per lo spareggio che vale gli ottavi e ti riempie San Siro.
Sì perché in fondo è questo che stiamo registrando in queste prime quattro giornate della 'nuova Champions': squadre che testano, squadre che studiano, grandi squadre che, appunto, almeno così pare, se ne fregano, consapevoli che tanto ciò che conta arriverà dopo e che questo in fondo è un rischio calcolato.
Questa, la spiegazione che per lo meno stiamo provando a darci. Non troviamo altrimenti un senso, ma per davvero, alla Dinamo Zagabria con più punti del Real Madrid dopo 4 giornate giocate su 8; o per la scoppola presa da Guardiola in Portogallo contro il prossimo allenatore con cui si contenderà il derby di Manchester. Con tutto il rispetto, la classifica che questa mattina racconta le prime otto forze d'Europa - Liverpool, Sporting Lisbona, Monaco, Borussia Dortmund, Aston Villa, Manchester City, Brest e Inter - non rispecchia il reale valore delle forze di ciò che conosciamo e di ciò che è. Questo, casomai, ci pare un melting-pot senza dubbio affascinante ma non affidabile su ciò che è e su ciò che sarà. Uno scherzo. O un esperimento, se preferite. In entrambi in casi, qualcosa privo di un senso logico. Registriamo, per carità, una classifica senza dubbio "divertente" per il divenire, che accenderà le contese da qui alla fine e che restituirà forse quella tensione che alla UEFA speravano di creare già nella prima fase. Un qualcosa però, di contro, in queste prime 4 giornate, che ci ha restituito "classici" svuotati di senso e un mischione di squadre e punteggi difficile da prendere sul serio.
Almeno che i valori non siano sul serio improvvisamente del tutto saltati; e che questa allucinazione collettiva di questa mattina non sia la vera realtà del football europeo.
Noi però, al di là della notte in bianco per capire che ne sarà del mondo con le elezioni politiche al di là dell'Atlantico, non ci crediamo. Vedi mai però che la nuova formula, sul serio, non l'abbiano sottovaluta un po' in troppi: dagli addetti ai lavori alla società stesse.
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