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    Figc, Gravina: "Italia avanti con Spalletti. Resto? Prima lo statuto"

    Figc, Gravina: "Italia avanti con Spalletti. Resto? Prima lo statuto"

    • Redazione CM
    Gabriele Gravina parla del presente e del futuro del calcio italiano. Il presidente della Figc ha dichiarato in un'intervista al Corriere dello Sport in edicola oggi: "Con la massima serenità deciderò sulla mia candidatura dopo aver modificato lo statuto, confrontandomi con le componenti come ho sempre fatto". 

    EURO 2024 - "Non ho ancora assorbito la delusione per l'Europeo. Però in Figc abbiamo reagito: Buffon è a tempo pieno nel Club Italia come ds, stiamo attivando la consulta dei dirigenti per creare una sinergia sempre più solida con le società e abbiamo rafforzato il lavoro delle nostre giovanili, che negli ultimi due anni ci hanno fatto esultare per i titoli europei U19 e U17, coinvolgendo in Nazionale anche il coordinatore Viscidi. Ma tutto questo non basta se non cambia la cultura dei club". 

    LARGO AI GIOVANI - "Mi aspetto che i club non disperdano il talento come sta avvenendo. In Serie A il minutaggio degli U21 italiani è del 2,8%. Gli Over 21 italiani sono al 31,6%, quelli stranieri al 63%. La Serie A deve abbassare la soglia d’età in Primavera, favorendo un numero più alto nelle liste di calciatori formati nei vivai". 
     
    SPALLETTI - "Il ct ha lavorato tutta l’estate. Io l’ho sempre sentito molto motivato. La sua sfida più grande ora sarà creare un gruppo che sopperisca col gioco e la motivazione ad alcune carenze tecniche oggettive". 
     
    LA POLITICA - "L'agenzia sul controllo dei club e l'emendamento Mulé sono delle invasioni di campo? Beh, lo sono quando mirano, anche involontariamente, a ledere l’autonomia dello sport. Io mi sono battuto per migliorare delle bozze che erano sproporzionate e inapplicabili. C’è poi una domanda che faccio a me stesso: grazie a questi provvedimenti si pensa davvero che il calcio possa risolvere i suoi problemi? Sarebbe stato meglio affrontare in maniera prioritaria il tema della tutela dei vivai e dei giovani, così come della creazione di un fondo per la modernizzazione degli impianti. La politica ha un ruolo di supporto e di stimolo, fin quando non sconfina. Ho letto dell’interesse di esponenti politici di interferire nel percorso elettorale di base di alcune federazioni. Se fosse vero, sarebbe gravissimo. Quello che conta è il rispetto e purtroppo, negli ultimi tempi, al sottoscritto e alla Figc non è stato sempre riconosciuto. Nelle ultime settimane abbiamo assistito anche alle Olimpiadi di chi l’ha sparata più grossa. Le nostre richieste sono nero su bianco, tra cui il prelievo sulle scommesse per creare un fondo impianti e vivai e il tax credit da riconoscere alle società virtuose". 
     
    MALAGO' - "Siamo in ottimi rapporti. Conosco la passione con la quale interpreta il suo ruolo. Dirò di più: dovrebbe essere messo nelle condizioni per competere per il quarto mandato come presidente del Coni". 
     
    ABODI - "Con il ministro per lo Sport le tensioni fanno parte del confronto. Conosco e apprezzo Abodi da tanti anni, tanto da comprendere bene le difficoltà governative e parlamentari che incontra nel trasformare gli impegni e i progetti condivisi in atti e azioni concrete. Si aspettava un’assunzione di responsabilità dopo Italia-Svizzera? Narrazioni distorte. A Iserlohn, dopo l’eliminazione, mi sono assunto le responsabilità e ho tracciato un percorso. Poi non sono d’accordo con chi ritiene che la parte politica sia responsabile dei risultati sportivi. I sussurri li ho ascoltati, le critiche anche. Per questo ho indetto l’assemblea elettiva. Eppure questa disponibilità è stata ribaltata, facendomi passare come uno attaccato alla poltrona. Poi ho deciso di favorire una fase costituente e lì si è iniziato a parlare di “passi indietro” del sottoscritto. Così non ci sto, non è serio. Bisogna rispettare la democrazia interna della Figc". 

    LOTITO - "Guardate che la Lega di A non è solo Lotito: è composta da 20 società e con molte ho un rapporto ottimo. Sinceramente, non è una mia priorità. Poi scusatemi, di quale Lotito parliamo? Del presidente della Lazio, del consigliere federale o del senatore? Lo stare insieme è un valore solo se non c’è prevaricazione di una parte sull’altra. È giusto adeguare le rappresentanze federali, ma non si può dimenticare la forza dell’associazionismo e la cultura di un sistema dove la crescita di uno porta benefici a tutti. Se si iniziasse a ragionare di filiera tra le leghe, come in Inghilterra, le percentuali delle componenti passerebbero in secondo piano". 

    RIFORMA DEI CAMPIONATI - "Avevo preparato un dossier molto articolato, ma la discussione si è arenata perché alcune leghe non hanno voluto rinunciare al cosiddetto diritto d’intesa. Al momento è tutto fermo, inutile girarci attorno. Intanto abbiamo allineato l’Italia all’Europa, adottando criteri economici scelti dalla Uefa. Stiamo puntando al risanamento dei conti del calcio professionistico: serve una gestione più virtuosa. Il valore della produzione del calcio è aumentato del 24% rispetto alla stagione precedente, raggiungendo 4,3 miliardi. Tuttavia, il settore ha registrato perdite per 5 miliardi nelle ultime 5 stagioni. È urgente trovare un equilibrio tra costi e ricavi, altrimenti non c’è futuro. Ci sono però anche aspetti positivi. Grazie al calcio sono stati creati 11,3 miliardi di Pil, generandone 3,3 di gettito fiscale. A questo si aggiungono le progettualità sociali che hanno un impatto straordinario sulla collettività". 
     
    SUPERLEGA - "Parliamo di un torneo che di super non aveva nulla, che ha sbagliato tempi e modi imponendo un modello senza dialogo. Non mi rappresenterà mai. In economia si parla di legge d ell’utilità marginale decrescente: se metti troppo prodotto sul mercato, perdi di interesse. Così il calcio è inflazionato e le risorse dei diritti tv si spostano verso le competizioni internazionali a discapito di quelle nazionali. Spero che il Mondiale per Club porti benefici al sistema, ma di sicuro si gioca troppo". 
     
    STADI PER EURO 2032 - "Le regole Uefa sono chiare: entro ottobre 2026 dobbiamo indicare cinque stadi con progetti finanziati e cantierabili per l’ammodernamento o la nuova costruzione entro la prima metà dell’anno successivo. Abodi si è detto ottimista e dopo lo straordinario lavoro per l’assegnazione dell’evento all’Italia non voglio nemmeno pensare che non si arrivi pronti a queste scadenze". 

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