Ficcadenti elogia Mutu,| 'Nagatomo da Inter'
Ficcadenti non alza mai la voce. Sempre calmo, tranquillo, composto come quando sta in piedi davanti alla panchina. Due anni fa gli ultras del Piacenza - sull’orlo di una crisi di nervi dopo i risultati negativi della squadra e il conseguente esonero di Fabrizio Castori - lo misero in guardia al primo allenamento: “Mister, qui andiamo giù sparati, salvati finché sei in tempo…”. Lui sorrise dietro la recinzione, calmo, tranquillo, composto. Il Piacenza chiuse il girone di ritorno del campionato di serie B con una media da promozione diretta e si salvò con un paio di giornate d’anticipo. Serve pazienza, a volte. Massimo sa aspettare. L’ha fatto in passato e lo farà anche all’inizio della prossima stagione, anche se Ficcadenti a spasso è un’assurdità del calcio italiano. Uno che salva il Cesena in serie A con la stessa ossatura della squadra di B non può restare disoccupato. Chi era Nagatomo? E Parolo? E Giaccherini? Figli di un calcio minore, giocatori conosciuti solo dai giornalisti locali che seguivano quotidianamente il Cesena di Pierpaolo Bisoli, il predecessore di Ficcadenti. Massimo ha tenuto gran parte di quel gruppo e ci ha aggiunto Luis Jimenez, quello del contenzioso infinito con la Ternana per il proprio cartellino, quello delle risse da bar con Mauricio Pinilla, accusato di averci provato con sua moglie e colpito un paio di volte al naso sulla pista di una discoteca cilena. Quel Jimenez lì, con Ficcadenti in panchina, ha giocato la sua miglior stagione in Italia. “Quello di Cesena - dice il tecnico a Generazioneditalenti.com - è stato un vero e proprio ciclo. E’ durato un solo anno, è vero, ma per impegno e intensità è come se ne fossero passati tre. Abbiamo fatto qualcosa di grande”.
Niente polemiche, niente sassi nelle scarpe: Ficcadenti non ha alzato la voce neppure dopo la rescissione del contratto con la società bianconera. “Ho avuto un ottimo rapporto con tutti, dal presidente Igor Campedelli ai dirigenti, dallo staff tecnico ai giocatori, che hanno avuto la possibilità di mettersi in evidenza in serie A. L’esempio di Nagatomo, in questo senso, è eclatante. Con la società abbiamo lavorato in grande sintonia e ci siamo lasciati nel migliore dei modi, come era giusto che fosse dopo l’impresa del campionato passato”.
“Honto ni, honto ni” continuava a ripetere Yuto Nagatomo durante la presentazione ufficiale, mentre i fotografi giapponesi sgomitavano per lo scatto migliore. “Sono mancino, sono mancino”. Disse le stesse cose sei mesi dopo, quando passò dal Cesena all’Inter. Nel frattempo, però, Ficcadenti gli aveva insegnato a giocare anche sulla fascia destra. “Penso che Nagatomo abbia dimostrato di poter fare il titolare anche in una grande squadra come l’Inter. E poi non dimentichiamo che ha solo 24 anni: può solo migliorare”. Intanto il Cesena ha acquistato Adrian Mutu. “Ci eravamo andati vicino nel gennaio scorso, ora la trattativa si è finalmente concretizzata. Su Mutu - prosegue Ficcadenti - non ho il minimo dubbio: è un campione. Parlare di scommessa è assurdo, uno come Mutu non si discute. Il Cesena ha fatto un grandissimo colpo e si sta muovendo molto bene. Sono convinto che farà ottime cose anche quest’anno”.
Allegri al Milan, Gasperini all’Inter, Conte alla Juve: in panchina è tornato di moda il made in Italy. “La tradizione e la competenza degli allenatori italiani non è mai stata in discussione. Ultimamente solo Mourinho, con tutto quello che ha vinto, è riuscito a spostare l’attenzione dai nostri tecnici. Allegri ha conquistato lo scudetto al primo colpo, Gasperini ha un’idea di calcio precisa che saprà inculcare anche all’Inter, Conte conosce alla perfezione l’ambiente juventino e l’anno scorso ha fatto grandi cose a Siena. Le premesse per un campionato avvincente ci sono tutte, così come sarà interessante la lotta per non retrocedere, anche se personalmente le neopromosse sono leggermente svantaggiate rispetto alle squadre che si sono salvate l’anno scorso”.
Ficcadenti osserva, si aggiorna, segue. E’ la vita dell’allenatore disoccupato. “Alcune proposte non sono arrivate, altre non andavano bene, con qualche squadra, per un motivo o per l’altro, non ho trovato l’accordo. Amen. Certamente non guferò i miei colleghi aspettando che si liberi una panchina. Sono tranquillo, sereno, non ho il patema di trovare una squadra il più presto possibile. Anche perché, grazie alle esperienza passate, ho capito che è fondamentale avere un progetto ben definito, che permetta a società e allenatore di lavorare in un determinato modo per raggiungere obiettivi importanti”. Oggi l’allenatore del Cesena è Marco Giampaolo, la società ha presentato il nuovo manto in erba sintetica dello stadio Manuzzi, Jimenez è riuscito a svincolarsi dalla Ternana grazie all’articolo 17 e ha firmato per gli arabi dell’Al-Ahli. Da qualche parte in Italia c’è una panchina che aspetta Ficcadenti.