Chievo, festa Pellissier:| 'Compleanno e salvezza'
La partita perfetta. Il regalo migliore per il capitano che qualche giorno fa aveva soffiato sulle sue trentadue candeline.
Festa di compleanno posticipata, ma assolutamente ben riuscita.
Al Chievo hanno pensato bene di onorare Pelobomber con una prestazione che vale una stagione. Michele Marcolini c'ha messo la ciliegina. Kevin Constant ha sparato al cielo i palloncini prima di dare il via alla festa.
Oddio, Stefano Pioli non vuole ancora indossare il cappello a cono e mettersi in bocca la trombetta.
La festa grande, semmai, la faranno più avanti.
Sta di fatto che nello spogliatoio gialloblù dopo la vittoria contro il Bologna il clima era decisamente, giustamente disteso.
Pellissier, festa per lei e salvezza per il Chievo?
«Di sicuro la vittoria è servita per avvicinarci al traguardo. È stata una bella gara. È stato un bel Chievo. Comunque abbiamo imparato a non fidarci mai delle nostre avversarie. La classifica non ci autorizza di certo a staccare la spina. Era importante fare tre punti. Ne mancano ancora un paio. Dimentichiamo Bologna e pensiamo alla Roma».
Ma la Samp, terz'ultima, insegue a sette punti di distanza. A cinque turni dalla fine la dote che portate con voi è di tutto rispetto, non crede?
«Abbiamo visto che di solito le squadre a fine campionato riescono a correre più di noi. Chi insegue, a maggior ragione, si farà trascinare anche dalla forza della disperazione».
Trentanove punti ancora non bastano?
«I 39 punti del Chievo ci permettono di stare tranquilli ma allo stesso tempo non ci possono lasciare indifferenti nella corsa alla salvezza. Non molliamo, stiamo sul pezzo, è la cosa più saggia che possiamo fare».
Di fatto avete dimostrato di saper sfoderare la prestazione giusta nel momento del bisogno. Era già successo più volte quest'anno.
«È normale. Io conosco questa squadra e da sempre sottolineo il valore del gruppo: quando ci siamo trovati in dieci per l'espulsione di Rigoni è emersa la grande voglia di voler portare a casa a tutti i costi il risultato pieno».
Pomeriggio perfetto dunque, visto che l'obiettivo è stato raggiunto.
«Quasi perfetto. Perché è proprio nella capacità di evitare inutili sofferenze che dobbiamo essere più attenti e più maturi».
Tra l'altro è tornata la vittoria al Bentegodi che mancava dal 2 febbraio, quando avevate battuto il Napoli.
«Mancava ai tifosi, ma mancava soprattutto a noi. Tre punti in un colpo solo sono una bella iniezione di fiducia. Abbiamo fatto un passo in avanti verso la permanenza in A e anche l'umore ne risente in senso positivo. Ripeto: anche a Roma dobbiamo riuscire a raccogliere qualcosa. Perché chi insegue non resterà certo a guardare».
I festeggiamenti di fine partita hanno certificato, però, l'importanza della vittoria con il Bologna. Sembrava una festa salvezza anticipata. «Era da un po' che subivamo critiche, peraltro giuste, perché non riuscivamo più a vincere in casa».
E quindi?
«E quindi era cresciuta a dismisura la voglia di cambiare la tendenza. Ci siamo riusciti, anche se non è mai facile confermarsi a questi livelli».
E avete spalancato il sorriso.
«Alla fine è stata la consapevolezza di avere fatto qualcosa di importante a regalarci un momento di meritata festa».
La rete di Marcolini vi ha lasciato tutti a bocca aperta?
«Michele calcia spesso dalla distanza. Lui ci prova. E nel giorno giusto ha fatto una grande cosa».
E poi c'è l'exploit di Constant. Finalmente in gol dopo una lunga attesa.
«Sono contento per lui. La prima volta è sempre particolare. Ma qui da noi sapete come funziona: non conta chi fa gol, l'importante è raggiungere l'obiettivo di squadra. E anche quest'anno ci stiamo riuscendo».
A lei, intanto, restano cinque giornate per cercare di superare il suo record stagionale di reti. L'asticella è a tredici, lei adesso è fermo a dieci. L'occasione sembra ghiotta: pensa di potercela fare questa volta?
«Mi auguro solo di salvarmi. Ci provo e ci proverò, come ho sempre fatto. Non dovessi farcela, cambierebbe poco. A volte pensare troppo a fare gol non aiuta. E allora metto il Chievo davanti a tutto. Poi arrivo io».