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    Fassone: 'Vi racconto il Milan di Li. Avevo la garanzia di Berlusconi. Errore Bonucci, volevamo CR7. Su Maldini...'

    Fassone: 'Vi racconto il Milan di Li. Avevo la garanzia di Berlusconi. Errore Bonucci, volevamo CR7. Su Maldini...'

    Marco Fassone, ex amministratore delegato del Milan, ha parlato per la prima volta dopo l'addio al club rossonero in esclusiva a SportItalia. Ecco le sue dichiarazioni: "Non sono depositario della verità, anche se ho un po' di esperienza"

    SULLA CESSIONE A ELLIOTT - "Non mischiamo le carte tra le due proprietà e il nostro lavoro. C'è grande rammarico, pensavamo di avere seminato bene per proseguire il cammino ma non ci è stata data la possibilità. Cosa è successo? I proprietari di quell'epoca lì hanno sottovalutato l'idea di dover restituire il prestito dopo 18 mesi, facendosi ingolosire e non riuscendo a completare l'operazione finanziaria nel tempo giusto. In seguito a ciò ha dovuto passare la mano"

    SU YONGHONG LI - "Se riporto la mia testa ad agosto 2016, tre anni fa, quando ricevetti la chiamata dei cinesi, penso che chiunque avrebbe accettato alla tentazione di far parte di un progetto importante. Ho pensato che stesse trattando con la Fininvest e fosse supportato da un advisor di fama mondiale e da uno degli studi legali più importanti d'Italia. Se Berlusconi cedeva a loro, pensavo ci fosse un progetto serio dietro. Fino al momento in cui siamo stati in carica abbiamo fatto bene, in tutti i momenti. Volevamo ridare i sogni ai milanisti, grazie al progetto del proprietario: poi si è iniziato a percepire la difficoltà finanziaria, ma mai avrei pensato fosse finita così. Non potevamo agire, non potevamo ricostruire la squadra. Li aveva due debiti, uno della holding e uno del Milan: uno da 250 e uno da 370. Lui non ha restituito i milioni al 7 di luglio, dopodiché non l'ho mai più sentito, mentre ho sentito Han Li, che aveva un po' di senso di colpa"

    SUL FUTURO - "C'è l'estero, ci sono tante possibilità. Non è detto che non possa andare in un club minore, mi intriga la sfida"

    SU MIRABELLI - "L'ho conosciuto grazie ad Ausilio, ho lavorato con lui all'Inter e faceva tanto lavoro importante, costruendo bene la rete di osservatori, scoprendo gente che gioca ancora oggi. Cercavo un direttore che volesse scommettere con me, lui lasciò per l'Inter ancora prima del closing. Ha lavorato con me per nove mesi nel 2017, io gli rimborsavo solo le spese. Ha avuto coraggio ed è un ottimo manager, penso di avere fatto la scelta giusta"

    SU MALDINI - "Gli avevo proposto di lavorare nel Milan. Il mio ideale era un Milan a due punti, Maldini e Mirabelli. Uno che aveva fatto la gavetta come Massimiliano e un campione come Paolo, ma lui ha fatto le sue scelte, preferendo questo progetto rispetto a quello che gli proposi io. Magari preferisce Leonardo e Boban a Mirabelli, o c'è una maggior disponibilità economica. Se il Milan di oggi ha più soldi? Ha speso molto di più per l'apparato dirigenziale"

    SUL DISTACCO DALLE BIG - "Non riguarda solo il Milan, c'è un gruppo di club che hanno ottenuto risultati grazie alla riorganizzazione e alcune società che hanno avuto problemi, come Milan, Inter e Roma. Hanno pagato pedaggio alle proprietà straniere, che hanno commesso degli errori. Il Milan è gestito da ottimi dirigenti ma sta ricominciando da zero o quasi con una campagna acquisti simile alla nostra: serve tempo, è difficile raccogliere subito risultati. Juve, Napoli, Lazio e Atalanta hanno ottenuto risultati grazie alla continuità dirigenziale e ai pochi cambiamenti effettuati, anche quando le cose sono andate male"

    SUI COSTI DEGLI ACQUISTI DI FASSONE - "Bonucci, Donnarumma e Andrè Silva? Bonucci è stato un errore, avevamo fatto nove acquisti per giocare col 4-3-3, non ci serviva ma dovevamo prendere la punta: riducemmo l'investimento per la punta per Leo, leader carismatico. Il rinnovo Donnarumma non è stato un errore come nemmeno la conferma di Montella: per Gigio non ho ricevuto offerte e ho negoziato al meglio. Abbiamo operato tanti rinnovi e tante cessioni".

    SU ANDRE' SILVA E LE PUNTE - "Ci serviva una punta importante, Mirabelli voleva farlo per primo ma non siamo riusciti a chiudere. Eravamo vicini a Morata, Cristiano Ronaldo cercato da Li ma non potevamo prenderlo. Poi a metà luglio abbiamo cambiato strategia: volevamo Belotti ma Cairo non ce lo vendeva. Aubameyang era un pallino di Mirabelli"

    SUL RITORNO DEL MILAN TRA LE GRANDI - "Ci vorranno almeno due anni, ma non devono cambiare"

    SULLA CLASSIFICA TRA LE SUE ESPERIENZE - "Ho imparato cose quasi uniche. Alla Juve sono partito da zero, progettando lo stadio. Al Napoli prima volta da dg, siamo andati in Champions e abbiamo vinto la Coppa Italia con De Laurentiis. Inter? Moratti mi ha permesso di aiutarlo e affiancarlo, nella trattativa Thohir. Milan? Gestione complicata" 

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