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    FALLO LATERALE: Mancini, lo Scudetto per Thohir. Lippi e Benitez più svegli di Mazzarri

    FALLO LATERALE: Mancini, lo Scudetto per Thohir. Lippi e Benitez più svegli di Mazzarri

    Doveva andare in questo modo. Almeno per il povero Mazzarri, sulla graticola fin dai suoi primi giorni all'Inter: coi tifosi, coi calciatori, col presidente domestico, con quello alieno e alla fine con se stesso. Meglio così, anche se forse troppo tardi. 

    Lippi e Benitez l'avevano capito prima e nello spazio di un girone se ne erano andati o avevano fatto in modo di farsi mandare via, che è sempre il modo migliore. Mazzarri avrebbe anche resistito, orgoglioso com'è, ma poi è crollato. La sua dipartita, per i tifosi dell' Inter è già una vittoria, come per chi si leva un dente che duole. Se il sorriso ne guadagna si vedrà dopo. 


    La scelta di Mancini, allenatore "orgoglioso di aver cambiato la storia dell'Inter" è, per la squadra ammaccata, una  vittoria mediatica ancorché temporanea. Anche se i comunicati di Thohir che lo accolgono, sembrano scritti da Alice nel Paese del Calciomeraviglie, ma d'altra parte che doveva fare? Thohir è come il Marziano a Roma di Flaiano: catapultato per caso con la sua astronave a Villa Borghese, diventa un oggetto misterioso, foriero di "magnifiche sorti e progressive". Ma ben presto, dopo il primo stupore e l'incipiente meraviglia, viene assorbito dal menefreghismo capitolino. 

    Catapultato a Milano dalla Indonesia,  c'è chi dice che l'attuale presidente dell'Inter fosse convinto di "comprare" la Juventus, su desiderio del figlio, tifosissimo dei bianconeri. Probabilmente il Presidente Marziano non ha ancora capito dove si trovi e accoglie uno degli allenatori più scaltri e più cari, garantendogli che poi a "Gennaio, qualcosa si compra". Intanto Mancio e staff costano oltre gli 11 milioni, ma per il tecnico più cashmirato ed elegante d'Europa, il prezzo vale la candela. Riparte lo stile, anzi lo style:  sciarpe in panchina e sorridente aplomb, fasciato magistralmente dai merinos di Loro Piana o dai Solari (tessuto cangiante pettinato armato a levantino) di Vitale Barberis Canonico. E poi quel bel sorriso da attore, l'abbronzatura 12 mesi 12, i capelli setosi che tutti gli antiforfora invidiano.

    Vuoi mettere con quel disgraziato, esagitato, arruffato di San Vincenzo? Qualsiasi cosa faccia, Mancini ha già vinto, proprio grazie alle disgrazie del suo predecessore. Peggio non può fare e poi è uomo di mondo. Pare che il presidente dell'Inter quando l'ha visto in carne e ossa gli abbia chiesto un autografo, prendendolo per un reincarnato Cary Grant. Il dandy di Jesi gli ha scritto una dedica in inglese, dicendogli di comunicare al figlio che da sempre lui è un tifoso della Juventus.

    Alla domanda se gli scudetti vinti con l'Inter di prima fossero 3 o 2, il Mancio ha risposto come un oracolo eracliteo: due li ho vinti arrivando primo, uno arrivando terzo. Thohir ha guardato l'interprete, l'interprete ha guardato Thohir, Mancini si guardava allo specchio. Tutto va per il meglio insomma, ora che il fosco tosco ha fatto le valigie. Certo qualche problema resta, qualche amletico dilemma si pone. Si riuscirà a dare un'identità a Ranocchia? Un po' di energia profetica a Hernanes e qualche raddrizzata al piede di Guarin? Certo la rosa non è rosea, ma Thohir è convinto, che se l'Inter arriva terza, con Mancini lo scudetto lo vince. 


    Fernando Pernambuco


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