Finalmente un lunedì sobrio ed equilibrato. Senza polemiche sugli arbitri, senza illazioni sugli avversari, senza isterismi per una sconfitta che in Italia di solito si accetta se lo scarto è almeno di tre goal. E invece no. E’ un balzano effetto ottico solo perché, una volta tanto, i protagonisti cambiano. O meglio, siccome non coinvolgono direttamente le squadre in testa alla classifica, le polemiche scattano puntuali, ma perdono di peso. Niente titoloni, né interviste a manetta o tweet spensierati (nel senso di “senza pensiero”). Così lamenti e anatemi sembrano svanire appena pronunciati. Senza il mix Garcia, Allegri, Benitez più altri comprimari, variamente dosato e shakerato, il cocktail resta lì sul tavolo e la bevuta va in bianco. Eppure da settimane Gasperini si duole per troppi episodi a sfavore, Stramaccioni si considera perennemente sfortunato con gli arbitri, ma sembra che non li ascolti nessuno. Forse perché troppo misurati? Ora è addirittura sceso in campo dichiarativo-lamentativo un uomo serio e pacato come Stefano Pioli, che sull’ipotetico rigore negato alla Lazio per doppio fallo di mano di due giocatori del Napoli nella propria area di rigore, ha risposto così: "Non sono certo se fosse rigore, ma ho l’impressione che a lamentarsi poi ci si guadagni". Il riferimento era all’ ormai famoso "con la Juve ci puo’ stare" di Benitez e ai virulenti tweet di De Laurentis contro Tagliavento e soci. Interessante che sul medesimo fatto di Lazio-Napoli Benitez abbia risposto così: "Non intendo valutare singoli episodi e poi Rizzoli è un arbitro di valore internazionale". Intendiamoci, rispetto ad altre esternazioni, minacce, gesticolazioni verbali, quelle di ieri sono camomilla comunicativa. Ma il punto è un altro. Non solo che non ci si sta a perdere se la sconfitta non risulta sonante, piuttosto che il lamento di prammatica convenga davvero e si possa dire di tutto. Tanto non succede nulla. La dichiarazione sguaiata, il sospetto, l’accusa esplosiva servono a calmare i tifosi, a trovare un alibi con se stessi, con la dirigenza e forse ad avere un occhio di riguardo in futuro. Quando l’episodio favorevole accadrà, sarà passato così tanto tempo (per esempio una settimana, che nei media attuali equivale a un secolo) da poter tranquillamente cadere dalle nuvole o concedersi considerazioni sportivamente e signorilmente equilibrate. E via così di turno in turno. Un gioco delle parti, con la stessa compagnia di giro, tarato sulla dialettica vittima-carnefice, reso possibile dal fatto che tutto si consuma così in fretta da deperire in un mattino. Un grande giornalista, Luigi Pintor, diceva tra lo scettico e il cinico, che il giornale del giorno prima serviva a incartare il pesce. Ora il twett del giorno prima non serve nemmeno a questo, ma magari poi in campo, un rigoretto te lo danno o te lo levano. Di sicuro non ti sanzionano. E allora…hai visto mai?