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FALLO LATERALE: auguri Balotelli, la Serie B per ripartire
1) Il primo brindisi a Zeman: “Con l’augurio che continui a perdere”. Più perde più trova lavoro.
2) Il secondo a Collina. Dopo un ‘arrampicata sugli specchi per sostenere l’importanza degli arbitri d’area, rende evidente quello che è palese e cioè che ci “vuole collaborazione nella squadra arbitrale”. Poi gli specchi li spacca, sostenendo che in Juve-Roma, Tevez era in fuorigioco sul gol di Bonucci. Tevez? Ma che partita ha visto? Altro che moviola. Voto al post arbitraggio da poltrona di Collina: 0. P.S. brindisi con acqua minerale.
3) Un caldo, sentito augurio a Mario Balotelli perché spenga il computer per almeno un mese e abbia il coraggio di farsi un buon campionato in una discreta squadra di B in Italia. Solo chi cade veramente può risorgere.
4) Idem per Mino Raiola: convinca il ragazzo, rinunci a un po’ di soldi, lo accompagni a Lanciano o a Frosinone. No a Frosinone no: sta nelle zone alte della classifica.
5) Un bel brindisi a Cerci, ragazzo introverso e timido, secondo Capello: non estroverta troppo, ha parlato pochissimo, eppure è già troppo.
6) In alto la vecchia amata coppa (quella di vetro, meglio del flute) per Sarri, che ha forgiato la miglior squadra prezzo-qualità della Serie A.
7) Un augurio a Sabatini perché si presenti sempre lui (in sala stampa, nel post partita) con la sua faccia da scampato dalla Kolima, al posto di Garcia. E’ pieno di biblica sofferenza, riesce sempre a non dire qualcosa pur parlando ed evita imbarazzanti cortocircuiti mediatici sillabati in franco-romanesco.
8) Multibrindisi ai tifosi vip della Juve, perché bevano e quindi evitino di parlare. Così la smettono di criticare Allegri, perché ha tolto Pirlo che non stava più in piedi, nel secondo tempo di Juve-Napoli. Quel Pirlo avrebbe tirato il rigore peggio di Chiellini.
9) "A Manzini Maurizio, alle sue cinque lingue ben parlate, alla sua capacità di rinfrancare dopo le sconfitte e raffreddare gli entusiasmi eccessivi dopo le vittorie, alla sua profonda conoscenza dei regolamenti calcistici. Ma soprattutto alla sua infinita collezione di parrucchini. Di svariate fogge e tonalità (dal bruno ferino al rosso Tiziano) sempre intonati alla giacca celeste e all’aquila che dal taschino spicca il volo verso sempre nuovi trionfi”.
10) In alto i calici per il Presidente del Coni Malagò. Dopo un proficuo silenzio, adesso le interviste cominciano a essere troppe. Sappia che i grandi comunicatori parlano poco: un po’ di silenzio e un po’ di amore per il nostro calcio.
Fernando Pernambuco