Jacobelli: Inter, Balotelli? no, grazie. Le minestre riscaldate non sono buone
Sono sempre stato un convinto estimatore delle qualità tecniche di Balotelli, al punto di prenderne le parti anche a costo di ritrovarmi in sparuta minoranza. E, all'Inter come al City, come al Milan, come al Liverpool come in Nazionale ho sempre sperato che, alla buon'ora, il talento di questo ventiquattrenne attaccante avesse la meglio su tutto il resto che ne ha fatto un fenomeno mediatico inversamente proporzionale alle prodezze calcistiche.
Malauguratamente, Balotelli si è fermato a Varsavia, 29 giugno 2012, semifinale europea con la Germania, vinta grazie a lui. Chi lo apprezza, chi lo difende, ha aspettato due anni e mezzo che desse segni di risveglio, continuativi, significativi, esaustivi. Attesa vana, come il flop di Liverpool sta dimostrando.
Non dimenticando mai il primo motivo che dovrebbe indurre Thohir e la società a non pensarci nemmeno: il rispetto dei tifosi. Non si lancia per terra la maglia della squadra che ha creduto in te, non si rilasciano sperticate dichiarazioni d'amore per la rivale stracittadina e poi se ne indossa la maglia pensando che la memoria dei propri ex sostenitori non sia pesante come la leggerezza di alcuni comportamenti. Dove l'ossimoro è un eufemismo. Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com
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