Fair play finanziario, perché il Milan spende e l'Inter no. Ma c'è un rischio
CASO MILAN - La situazione del Milan è monitorata dalla Uefa, che deve valutare il 'famoso' voluntary. Il «mercato aggressivo» dei rossoneri preoccupa Nyon e non solo per le cifre. Il voluntary è concesso a nuovi proprietari per risanare le casse e non essere sanzionati per colpe precedenti. Una sorta di auto-denuncia. Ma occorre, appunto, risanare. Mentre il Milan sembra andare in senso opposto: sta aumentando il deficit, sta «scommettendo» su futuri successi che aumenteranno le entrate, proprio quello che si voleva cancellare del precedente sistema. Anche gli acquisti con prestiti subito, e pagamenti negli anni successivi, non sono visti di buon occhio. Tra ottobre e novembre il Milan presenterà i conti del 2017 (l’esercizio si chiude a giugno) e le previsioni per il 2018. Ma a Nyon sono arrivate le lamentele di altri club non contenti della libertà del Milan.
CASO INTER - L’Inter, invece, ha il voluntary ma il settlement. Per cui deve sottostare a regole precise: se spende 20 (gli acquisti non possono essere «spalmati») deve incassare 20, quindi si muove con massima cautela. I ricavi cinesi crescono ma il margine di manovra è ridotto. Certo: il Psg, se sforerà, potrà essere punito solo a fine 2018, mentre il Milan rischia di sentirsi dire «no» subito.