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    Fabregas: "Mi ispiro a Wenger e Guardiola, pronto per la Serie A. Como, un obiettivo e mentalità da cambiare"

    Fabregas: "Mi ispiro a Wenger e Guardiola, pronto per la Serie A. Como, un obiettivo e mentalità da cambiare"

    • Redazione CM
    Cesc Fabregas sta preparando la sua prima stagione da allenatore alla guida del Como dopo la promozione dopo 21 anni della squadra lariana in Serie A.L’ex centrocampista di Arsenal e Chelsea ha parlato ai microfoni di AS in una lunga intervista rilasciata al quotidiano iberico.

    FAVORITO A EURO 2024 - Germania e Spagna sono quelle che stanno giocando meglio. C'è una squadra che sorprende molti, ma non me perché ho visto gli allenamenti e so come lavora: è l’Austria. Stanno facendo davvero bene, hanno le idee molto chiare, sono fortissimi fisicamente, giocano in avanti e con personalità”.

    DELUSIONI - “Non so se usare quella parola. Preferisco dire che squadre come Inghilterra, Italia e Olanda devono migliorare. Sono squadre da cui ci si aspetta molto per il talento che hanno e per le grandi aspettative, ma in un torneo come questo sappiamo già che ci sono squadre che partono bene e poi calano e viceversa. Da ora in poi inizia la cosa interessante. La chiave perché la Spagna diventi campione sarà mantenere il livello, essere costante”.

    SERIE A - “Mi sento preparato. Aspettavo questo momento da tanto tempo, ho molta fame e molta passione. Ho avuto sette mesi per lavorare con la squadra, le mie idee sono molto chiare, credo molto nei miei giocatori e lavoriamo tantissimo. Dobbiamo costruire una squadra per competere ai massimi livelli perché il calcio in Italia sta crescendo e le richieste sono alte”.

    OBIETTIVO - “Ho un obiettivo chiaro: che la mia squadra sia pienamente preparata per il giorno in cui inizierà il campionato. È molto importante saper spiegare ai giocatori cosa dobbiamo fare in ogni fase del gioco. Devo far capire loro che la mentalità deve cambiare. In Serie B quando perdevi una palla potevi cavartela, ora subisci gol. Il livello è più alto. Dobbiamo lavorare duro e avere personalità”.

    MODELLI - “Tatticamente Guardiola. Gestione del gruppo? Parlo di quello che so e di quello che ho vissuto con coloro che ho avuto. Qui direi Mourinho e Wenger. Trasferire il messaggio ai giocatori? Luis Aragones. Filosofia di gioco? Lì mi identifico con Wenger e Guardiola. Leggere la partita e prendere decisioni al volo? Vicente Del Bosque. Aveva un grande occhio nell'analizzare le partite e modificarne l'andamento con i suoi cambi se le cose non andavano bene".

    ANDRESTI AL REAL? - “Ho ascoltato e analizzato le proposte da giocatore e lo farò anche da allenatore, ovviamente. Non sai mai quale strada ti porterà la vita. Ai tempi ho avuto contatti con il Real Madrid. Mi hanno fatto delle offerte e ho parlato con la società con cui dovevo parlare. Per rispetto ascolto e analizzo sempre. Inoltre non avrei mai immaginato che sarei andato al Chelsea dopo otto anni all'Arsenal, ma ho chiacchierato con Mourinho e mi è piaciuto quello che mi ha detto, come mi ha parlato e come mi ha fatto partecipare al progetto agonistico che stava costruendo. L'ho ascoltato e mi ha convinto. Nella vita ci sono momenti, ma il rispetto è obbligatorio”.

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