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Ex Milan, Savicevic rivela: "Dovevo andare alla Juventus, poi è arrivato Braida e..."
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L'ex fantasista montenegrino, soprannominato in carriera 'Il Genio', prosegue: "L'arrivo al Milan? L’inizio è stato complicato. Un anno e mezzo. Ero in difficoltà, volevo tornare a casa. Non giocavo, avevo anche qualche problema fisico e poi davanti c’erano tre giganti: Gullit, Van Basten e Rijkaard... Stavo male. Problemi con la lingua, la città, il cibo. I nuovi compagni e il campionato diverso. Io ero alla Stella Rossa, avevo vinto una Coppa dei Campioni. Dovevo andare alla Juve, poi alla Roma, poi al Monaco in Francia. Ma ho scelto il Milan, è venuto il ds Ariedo Braida e abbiamo fatto in fretta. Ho accettato, poi a Milanello mi sono venuti i dubbi...".
Savicevic poi rivela: "Se è vero come ha detto Berlusconi che a convincermi a restare erano stati lui e Boban? Sì, Zvone mi ha aiutato molto. Mi diceva: 'Dejan, non fare lo scemo, tu sei il più forte di tutti, non puoi scappare. Vedrai, giochi e spacchi tutto'. Se mi ricordo la prima partita, Pescara-Milan 4-5? Certo che la ricordo. Anche i gol. Il primo l’ha segnato Allegri, poi ha pareggiato Maldini, poi ne ha fatti un sacco Van Basten. Sai, Marco ne faceva tre o quattro per volta".
E infine: "Il mio primo gol rossonero? Contro il Genoa a San Siro, al mio primo anno, alla fine del girone di andata. Dovevamo farne minimo sei, abbiamo vinto solo su rigore. L’ho segnato io a dieci minuti dalla fine. Veramente doveva tirarlo Boban, ma Rijkaard l’ha preso per un braccio, l’ha tirato via e gli ha detto: Zvone vieni, lascia che tiri lui, tu sei stanco. Pensa se lo sbagliavo...".