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    Ex medico Napoli: 'Ogni due giorni si fa male qualcuno. Manca sinergia tra staff e area medica, sono tutti responsabili'

    Ex medico Napoli: 'Ogni due giorni si fa male qualcuno. Manca sinergia tra staff e area medica, sono tutti responsabili'

    Intervistato da Radio Punto Nuovo, Alfonso De Nicola, ex medico sociale del Napoli, ha parlato dei problemi di infortuni per la squadra allenata da Luciano Spalletti tirando un forte stilettata a tutto lo staff azzurro.

    PREVENZIONE IMPOSSIBIEL - “Sono impazzito l’altra sera quando si sono infortunati tutti. Che cavolo, un po’ di prevenzione si può fare. Noi eravamo la squadra con meno lesioni muscolo-tendinee e invece ora siamo quella che ne ha di più. Ma come si fa a lavorare così male, onestamente? Dai, è così".

    TUTTI COLPEVOLI - "Io le responsabilità le attribuisco a tutto lo staff. Se tutti sono capaci di prevenire, loro non lo fanno. Io non ce la faccio più, ogni due giorni si fa male uno. Capisco Osimhen che prende una capocciata. Però Fabián, Insigne, tutti muscolo-tendinei, quelli li condanno. Si possono evitare, perché noi ci siamo riusciti? Allora o non si fa bene il lavoro di prevenzione o il rapporto tra staff medico e tecnico non è come prima. Noi abbiamo sempre giocato ogni tre giorni fino a Natale, le partite sono quelle".

    LA SOCIETA' - "La società ha fatto ciò che riteneva opportuno, quest’anno ha preso gli uomini che servivano, come Sinatti, Calzona. Ciò che cambia è il rapporto vero tra gli staff. Ricordo che all’epoca, quando ero con la gente che c’è ora, ogni sera andavamo a cena fuori e io pagavo. Il rapporto va tenuto veramente, non a chiacchiere. Questo è il problema secondo me. Poi non so perché cambiare le cose quando vanno benino".

    DARE UNA MANO - "Ora mi chiamano tutti per dirmi di dargli una mano, ma io cosa posso fare? Né io né tutta la scienza del mondo potremmo mettere mano ora, bisogna intervenire prima. Il Prof. Giordano, per fare un nome, è a disposizione del Calcio Napoli, così come io. Tutti capiscono tutto e la nostra esperienza non conta niente”.

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