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Lazio, Lombardi: 'Quest'anno è stata dura. Inzaghi gran persona. Ecco il mio ruolo...'
L’esordio: “La gara di Bergamo? Lì ci fu il primo gol di Ciro, un attaccante strepitoso. Quella sera mi genera ancora emozioni incredibili. Immobile è un ragazzo impressionante dentro e fuori dal campo. Già dal 2016 si vedeva che avrebbe fatto molto bene. Il gol contro l’Atalanta? Che bella l’esultanza. Ho anche conosciuto quel tifoso che esultò in quel modo (si lanciò dal quarto anello, ndr). Quando ci siamo incontrati ci siamo fatti una risata”.
Su Roma: “Se mi manca Roma? Certo. Ogni volta che torno a Formello vengo trattato come un figlio. Tra l’altro il centro sportivo ora è una struttura pazzesca. Vorrei tornare indietro nel tempo alla Primavera per avere la possibilità di allenarmi in un centro così”.
Sulla Primavera: “Il periodo della Primavera è stato il più bello della mia vita. Ho vissuto certe emozioni che non ha mai provato nel professionismo. Sfiorammo le finali scudetto, ma eravamo la squadra da battere. Ci volevamo tanto bene, ho ancora rapporti con tanti di loro. Siamo amici veri. Quella attuale della Lazio ha un rendimento strano, bene in Coppa Italia e meno bene in campionato. Comunque l’80% dei calciatori della Primavera soffre il balzo nel professionismo. Il calcio ormai è più testa che gambe”.
Su Inzaghi: “Inzaghi è una persona rara. Come lui ce ne sono pochi. L’ho visto cambiato come allenatore, ora è ancor più scrupoloso. È migliorato tantissimo. Il suo segreto più grande è che si fa voler bene da tutti. Riesce a cambiare le carriere dei calciatori. Nel 2016 il mister mi disse che stava pensando di portarmi in ritiro e di non allontanarmi da Roma. Ero in Messico, ma per fortuna il giorno dopo avevo il volo di ritorno. Devo tanto a lui”.
Su Lazzari: “Lazzari? Possiamo giocarcela nei primi metri, ma poi non lo riprendo più. Ha una facilità di corsa impressionante. Lo vedi che non sembra neanche faticare”.
Le due annate migliori: “L’anno alla Lazio in prima squadra e l’anno scorso a Salerno sono stati i due anni più importanti per me da professionista. Alla Lazio ho rotto il ghiaccio. A Salerno invece ha sentito l’affetto della tifoseria e l’ho ricambiato con le prestazioni sul campo”.
Sul ruolo: “Nasco attaccante, ma ormai sono un quinto. Con mister Ventura ho capito che mi piace giocare lì. Ormai la difesa a tre viene molto più utilizzata. I quinti e i quarti a tutta fascia sono molto utilizzati e mi piace quel ruolo”.