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    Euro 2016, Inghilterra: il cammino, la stella e la sorpresa

    Euro 2016, Inghilterra: il cammino, la stella e la sorpresa

    Partecipazioni: 1968, 1980, 1988, 1992, 1996, 2000, 2004, 2012

    Miglior risultato: semifinali nel 1968 e 1996

    IL CAMMINO

    Un percorsso netto quello dell'Inghilterra di Roy Hodgson: 10 partite, 10 vittorie. 31 gol fatti e solo 3 subiti. La leadership del gruppo E non è mai stata in discussione, vinto con un margine di 9 punti sulla Svizzera seconda. Avvantaggiata da un girone non proibitivo, la nazionale dei tre leoni non ha mai mostrato un segno di cedimento, mostrando un gioco molto concreto e orientato al risultato, in grado anche di regalare sprazzi di buon calcio. Hodgson ha costruito una squadra con una solida fase difensiva, in grado di sfruttare a pieno la velocità degli esterni e la pericolosità dei propri uomini offensivi. Figlia di questo approccio tattico è stata la vittoria nella prima partita delle qualificazioni contro la Svizzera, battuta 2-0 a domicilio grazie alla doppietta di Welbeck. L'Inghilterra ha mostrato di soffrire contro le squadre che si chiudono e giocano di ripartenze, come testimoniano le vittorie di misura ottenute contro l'Estonia (1-0 grazie a Rooney) e quella in rimonta contro la Slovenia, ancora una volta grazie a Rooney e Welbeck. Spiccano le vittorie con ampio margine contro San Marino (5-0 e 0-6) e contro la Lituania (4-0 e 0-3). La qualificazione arriva dopo la vittoria per 2-0 contro la Svizzera a Wembley, dove il gol di Rooney all'84esimo minuto lo ha reso il miglior marcatore di sempre dell'Inghilterra, sorpassando Sir Bobby Charlton con 50 gol. Altro protagonista della fase di qualificazione è stato Danny Welbeck, autore di 6 gol prima che un infortunio lo tenesse a lungo lontano dai campi di gioco. Con la vittoria per 3-0 in casa della Lituania l'Inghilterra chiude il Gruppo E da imbattuta e a punteggio pieno, un risultato storico per Roy Hodgson.

    FORMAZIONE TIPO

    (4-3-3): Hart; Clyne, Smallig, Cahill, Rose; Dier, Alli, Barkley; Sturridge, Rashford, Kane.  

     
    LA STELLA

    Wayne Rooney. Capitano della Nazionale, è il simbolo del calcio inglese. Recordman di gol con la maglia della nazionale (51), ha guidato da capocannoniere i suoi durante la fase di qualificazione, timbrando il cartellino per ben 7 volte. Arriva da una stagione non esaltatante, figlia di un generale cattivo andamento del suo Manchester United. Ha segnato solo 14 gol in stagione, ma il suo ruolo in campo è molto cambiato dai primi tempi della sua carriera: ha abbassato il proprio raggio d'azione, diventando più un regista avanzato che un finalizzatore, venendo spesso incontro per creare spazio ai compagni. Un infortunio al ginocchio di febbraio lo ha messo in forte dubbio per gli Europei, ma Rooney ha recuperato e non farà mancare il suo apporto ai Tre Leoni. Il suo ruolo in questa Inghilterra è ancora da definire; sarà sicuramente il leader mentale ed emotivo della squadra, ma il suo ruolo in campo potrebbe subire qualche modifica. Come lo stesso CT ha dichiarato in seguito al suo infortunio, Rooney è un giocatore chiave per la nazionale ma non per questo sarà un titolare inamovibile, facendo intuire che Wayne potrà essere utilizzato magari a partita in corso, per sfruttare la sua esperienza e qualità sopra la media al massimo. Durante le qualificazione ha fatto vedere di saper essere ancora decisivo, e sicuramente quando le partite conteranno davvero difficilmente Hodgson si dimenticherà di lui. A 30 ormai Rooney è un giocatore formato e completo, desideroso di migliorare il suo score di gol con la maglia della propria nazionale e deciso a sfruttare a pieno questa competizione per farlo. Da trequartista dietro la punta o da attaccante esterno, se l'Inghilterra vorrà fare strada in Francia sicuramente avrà bisogno del proprio capitano. Proprio ad un Europeo, quello di Portogallo 2004, Rooney si è presentato al mondo segnando due doppiette a soli 19 anni. Oggi gli anni sono un po' di più ma la grinta in campo è sempre la stessa.

    LA POSSIBILE SORPRESA

    I talenti all'Inghilterra non mancano: sono molti i giocatori in rampa di lancio che possono sfruttare l'Europeo per affermarsi definitivamente. Uno su tutti però è Dele Alli, il “tuttocampista” di appena 20 anni del Tottenham. Alla sua prima stagione in Premier League, ha sorpreso tutti essendo capace di segnare 10 gol in 33 partite, fornendo anche 9 assist. Al di là dei numeri, sorprende la sua capacità di stare in campo come un veterano, è in grado di leggere le giocate con una maturità e concentrazione che raramente si vede in un ragazzo appena ventenne. Pochettino lo ha messo al centro della propria squadra e difficilmente Hodgson non farà lo stesso. Il classico centrocampista inglese: in grado di coniugare alla grande qualità una forza fisica, supportata da grandi capacità aerobiche che lo rendono fondamentale in tutte le fasi della partita. Con Pochettino nel Tottenham ha giocato prevalentemente da trequartista alle spalle di Kane, con l'obbligo di buttarsi negli spazi e spaccare in due le difese avversarie. Hogdson fino ad adesso lo ha sempre utilizzato come mezzala, arretrando il suo raggio d'azione ma lasciandolo sempre libero di seguire il proprio istinto e sfruttare i varchi nelle difese avversarie. Il suo debutto in nazionale è arrivato ad ottobre 2015 e a novembre ha firmato il suo primo, e splendido, gol in amichevole contro la Francia. Nonostante sia un classe 1996, sembra giocare come un ragazzo di almeno cinque anni più grande e per questo Hodgson è intenzionato a puntare su di lui, dimenticandosi la sua scarsa esperienza a livello internazionale. L'inghilterra e l'Europeo possono essere il definitivo trampolino di lancio per questo ragazzo, che se dovesse fare vedere in Francia quello che ha fatto vedere in Premier League diventerebbe di diritto uno dei migliori giocatori del panorama europeo e un prezzo pregiato per il mercato delle grandi squadre. Il Tottenham si è cautelato in questo senso rinnovando il suo contratto fino al 2021. In Francia ritroverà il compagno di squadra Kane, che coi suoi movimenti ad allargarsi ha spesso creato delle praterie in cui Alli si è inserito alla grande, diventando costantemente un pericolo per le difese. Chi giocherà con l'Inghilterra dovrà tenere conto di questo ragazzo che in Francia è determinato a diventare un Top Player e aiutare la sua nazionale a vincere quel trofeo che manca ormai da troppo tempo (coppa del mondo 1966).

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