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    Eriksen, il cardiologo Mos a CM: 'In Italia i controlli più severi d'Europa. Difficile possa riavere l'idoneità agonistica'

    Eriksen, il cardiologo Mos a CM: 'In Italia i controlli più severi d'Europa. Difficile possa riavere l'idoneità agonistica'

    • Stefano Agresti e Federico Albrizio
    Il sospiro di sollievo, dopo la paura. Christian Eriksen sta meglio e per la prima volta si mostra sui social sorridente dall'ospedale, dove proseguono gli accertamenti per il malore accusato in Danimarca-Finlandia. Per fare chiarezza sull'accaduto e capire cosa riservi il futuro sportivo per il centrocampista dell'Inter, sul canale Twitch di Calciomercato.com è intervenuto Lucio Mos, presidente della Società Italiana di Cardiologia dello Sport: le sue dichiarazioni.

    IL MALORE - "E' difficile dire cosa è accaduto senza avere ulteriori notizie. So quello che si legge e si è visto in tv. Ho letto che è stato defibrillato, se è vero vuol dire che aveva una fibrillazione ventricolare. Perché a bordo campo adesso ci sono sempre i defibrillatori automatici, è impossibile sbagliare: quando vengono attaccate le placche sul paziente, sull'atleta, il defibrillatore riconosce l'elettrocardiogramma e dice se defibrillare, non importa se ci sia un medico presente. Il defibrillatore fa da interprete per l'elettrocardiogramma. Se è vero che è stato defibrillato si tratta di una fibrillazione ventricolare che è l'evento peggiore che può capitare perché porta sempre alla morte se non si interviene. Per fortuna questa è stata una cosiddetta 'morte improvvisa abortita', perché è stato resuscitato in qualche modo come si legge ed è vero. Molti dicono che si era già svegliato, a me era già capitato con pazienti in ospedale che vengono defibrillati e subito dopo riprendono conoscenza. Certamente i controlli che vengono fatti, soprattutto in Italia, sono particolarmente severi: i più severi in Europa".

    MALORE SFUGGITO AI CONTROLLI? - "E' difficile dirlo senza sapere ma è possibile. Noi cardiologi dello sport ogni due anni facciamo un congresso, quest'anno una delle letture più importanti sarà tenuta dal Professor Thiene dell'Università di Padova, che è uno dei più grandi esperti mondiali di morte improvvisa, e si chiamerà "Morte sine materia". Lui fa l'anatomopatologo e trova morti improvvise sulle quali non sappiamo cosa succede. Sono stati fatti passi da gigante, vent'anni fa quando mi sono laureato io certe malattie non si conoscevano, si diceva 'è morto di un colpo, di infarto' e finiva lì. Sono queste malattie cosiddette dei canali ionici, subdole, difficili da riconoscere, però con il sistema italiano di controllo siamo sicuramente all'avanguardia. All'estero ci prendono in giro dicendo che buttiamo via soldi, però l'Italia è il posto in cui c'è meno morte improvvisa".

    ERIKSEN POTRA' TORNARE A GIOCARE E POTRA' FARLO IN ITALIA? - "Sempre dicendo le cose per quel poco che sappiamo, diciamo che sarà molto difficile che possa riprendere a giocare a calcio a livello di idoneità agonistica. A meno che non sia successo qualcosa che verrà spiegato e che noi in questo momento non sappiamo ipotizzare. Un'ipotesi che è stata fatta - non da me ma in medicina ho imparato alla mia età che le cose che sembrano impossibili tante volte sono possibili, soprattutto in negativo - è che la miocardite acuta può provocare aritmie, ma poi guarisce. Ci sono stati casi, ho visto anche io alcuni giocatori di alto livello che avevano la miocardite e stavano continuando a giocare, poi li abbiamo fermati ed è successo quello che diceva, sono andati a giocare all'estero. Ma quelli dopo una miocardite acuta probabilmente dopo sei mesi potevano riprendere a giocare se non c'erano residuali. Ma mi sembrerebbe strano si trattasse di questo. Che giocatori? Di Serie A, ma non posso dire i nomi per segreto professionale. Faccio il medico, non il medico di una squadra: i pazienti sono venuti da me e non posso dire il nome".


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    INTERVENTO DI KJAER E CORSI DI PRIMO SOCCORSO PER ATLETI - "Noi ancora 15-20 anni fa in vari congressi avevamo organizzato non per i giocatori, ma per allenatori e accompagnatori che ci sono sempre anche per le squadre piccole corsi. Questo personale 'laico', non medico, non infermieri. Fanno questi corsi di BLS (Basic Life Support) che in mezza giornata ti insegnano e ti fanno provare e riprovare tutte le manovre. La manovra che è stata sottolineata di più è stata quella di mettere Eriksen in posizione laterale, si chiama 'posizione laterale di sicurezza': la lingua non cade sul palato e permette di respirare e siccome in questi casi a volte c'è il vomito se sta disteso lo ingerisce, mentre in posizione laterale lo elimina. Secondo alcuni e anche secondo me è una cosa che andrebbe fatta in tutte le scuole superiori prima di finire la maturità, chiaramente poi soprattutto nello sport è necessario fare un ripasso ogni tanto. Una volta fatto un corso quelle tre-quattro manovre e il massaggio cardiaco che può fare chiunque, sono cose indispensabili. Adesso su tutti i campi italiani c'è il defibrillatore, poi abbiamo visto in passato che è rimasto in parte e non è stato utilizzato, lì c'era ed è stato utilizzato".

    SQUADRE NON VACCINATE PER IL COVID A EURO 2020 - "Qualsiasi virus può provocare una miocardite. Certamente il Covid non è uno dei virus più cardiotopi rispetto ad altri. Qualche miocardite da virus c'è stata e l'ho vista anche io nella pratica quotidiana anche se non così frequente, e una miocardite può provocare aritmie. Per quello il protocollo fatto dalla federazione medico-sportiva italiana è molto rigoroso, prevede una rivalutazione completa dell'atleta che ha avuto il Covid. Non penso sia questo il caso, secondo me sono molto controllati questi giocatori e misurano la febbre più volte al giorno".

    PERCHE' L'ITALIA E' PIU' RIGOROSA DI ALTRI NEI CONTROLLI E NON C'E' UNIFORMITA'? - "Noi abbiamo una legge dal 1982 mi pare, che era stata molto spinta dall'allora Professor Venerando di Roma che era direttore della Medicina dello Sport, che prevedeva questi controlli. Non sapevamo all'inizio, tutti dicevano che eravamo molto esagerati. Poi ci sono stati vari studi soprattutto nel Triveneto con i Professori Thiene e Corrado che hanno dimostrato come questi controlli seriali portano a una riduzione della mortalità. Da noi non muore più nessuno per cardiomiopatia ipertrofica, che in America è ancora la prima causa di morte improvvisa nello sport. Da noi vengono diagnosticate quasi tutte perché è più facile diagnosticarla rispetto ad altre malattie, come quelle dei canali ionici. Certo, tutto questo ha un costo. La visita medico-sportiva ha un costo, fino ai 18 anni sostenuta dallo Stato, e poi io credo che anche da un punto di vista educativo, tantissime persone che spendono 200 euro in un paio di scarpe possono spendere 70 euro l'anno in una visita sportiva. Poi chiaro per un operaio che ha tre figli è più difficile, ma almeno nel Triveneto sono tutti coperti dal sistema sanitario nazionale. Gli altri Paesi ritengono superfluo spendere più soldi".

    UEFA NON PUO' REGOLAMENTARE LA DIFFORMITA' DI PREVENZIONE NELLE COMPETIZIONI? - "E' difficile. Abbiamo già difficoltà a mettere d'accordo i sistemi sanitari regionali in Italia, figuriamoci mettere d'accordo l'Europa. Sarebbe auspicabile. A volte noi facciamo troppo, ma da noi di miocardiopatie ipertrofiche non muore più nessuno".

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