Enrico Silvestrin a CM: 'I gay nel calcio? Morbosità inutile...'
Nella sua carriera Enrico Silvestrin ha indossato molti abiti. Vee-jay su MTV, presentatore mainstream su Rai1, cantante e compositore, infine attore per sit-com ('Distretto di Polizia', 'L'Ispettore Coliandro') e cinema ('Ricordati di me', 'Che ne sarà di noi'). Ma la sciarpa del Milan non se l'è mai tolta di dosso, pur essendo nato e cresciuto a Roma. Calciomercato.com lo ha intervistato in esclusiva alla vigilia della gara forse decisiva per la stagione dei rossoneri. Ma anche per Enrico è un periodo importante: tra qualche giorno sarà nelle sale con il film 'Good as you', una gay-comedy che ha fatto molto discutere...
Un milanista doc a Roma non è facile trovarlo. Ci spieghi da dove nasce questa fede?
'Lo stopper Aldo Bet era il cugino di mio padre, e nel periodo in cui io iniziai ad avvicinarmi al calcio lui giocava nel Milan (dal 1974 al 1981, ndr). Così, per senso d'appartenenza, sono diventato milanista anch'io. Ma la Roma calcistica l'ho sempre seguita con attenzione e affetto bipartisan, anche da abbonato allo stadio. Insieme a mio zio mi sono visto in tribuna quasi tutte le partite casalinghe della Roma '82-83, ad esempio, così come ho seguito la Lazio di Signori e Gascoigne. Del resto abitavo non lontano dallo Stadio Olimpico, quindi capitava che andassi lì poco prima della partita e prendessi un biglietto last minute...'.Oggi questo non potrebbe accadere...
'Infatti ora non vado allo stadio quasi mai, perché è cambiata l'atmosfera, anche a San Siro. Non amo la nostra Curva Sud Milano, ero molto più legato alla Fossa dei leoni (storico gruppo scioltosi nel 2005, ndr) e a un altro tipo di tifo, meno contro e più pro. Nella gara di andata contro il Barcellona nei primi venti minuti del secondo tempo non è partito un coro dalla curva! Ma è in generale il calcio italiano, oggi, a non piacermi: non mi piace vedere certi campi da gioco, certi comportamenti, e ultimamente anche... certi arbitraggi. Ma lo dico da milanista, ho il dente avvelenato'.Che ne pensi della sfida del Camp Nou di domani sera?
'Non credo che ci sia la possibilità di vincere in Spagna, ma magari possiamo pareggiare con un gol, o comunque anche in caso di 0-0 provare a farli innervosire nei supplementari. Ho visto che il Barcellona si stanca molto se non riesce a sfondare nel primo tempo, dopo un po' perde d'incisività: vedi Dani Alves, che nel secondo tempo di San Siro ha iniziato a prendersela con il campo. Secondo me i blaugrana non hanno la stessa forza dello scorso anno, anche se restano eccezionali, sempre pronti ad approfittare dell'errore dell'avversario per colpire. Però mi aspettavo che segnassero almeno un gol all'andata, e invece non è stato così. Noi siamo un po' meno organizzati. All'andata mi è piaciuto molto lo spirito del Milan, ma ci siamo affidati troppo alla palla lunga per Ibrahimovic, sperando che lui si inventasse qualcosa. Troppo prevedibile: questa squadra ha la possibilità di giocare palla a terra, e lo deve fare'.Anche in campionato la situazione rischia di complicarsi, dopo i risultati dell'ultimo turno...
'Da quel punto di vista sono molto più fiducioso, perché in serie A siamo la squadra più compatta e completa, secondo me. Era estremamente difficile vincere a Catania dopo una partita come quella contro il Barça: non mi aspettavo che fosse scontato fare risultato, mentre per la Juve il compito era più agevole. Ma ora loro hanno un calendario più ostico, fatto soprattutto di gare fuori casa; per noi invece l'unico rischio può essere il derby. Non sono preoccupato'.Il film 'Good as you' è la prima commedia gay italiana. Il mondo del calcio è uno dei pochi ambiti in cui il tema dell'omosessualità è considerato ancora un tabù molto forte, almeno nel nostro Paese...
'Certo, da noi c'è un bigottismo d'animo di base che altrove non hanno, e pure i tanti giocatori stranieri che sono da noi forse si adeguano a questo clima. Però va detto che di quello che fanno a letto i calciatori a me interessa davvero poco. Le stesse persone che si straniscono del fatto che nel calcio ci sia omertà sono i primi ad essere omertosi, sono i primi che si scandalizzerebbero di fronte ad un coming out. In generale penso che sia inutile essere morbosi nei confronti della sessualità dei giocatori, ma del resto è una micro-rappresentazione dell'Italia in generale'.